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Cooperazione & Relazioni internazionali

Tunisi, confermato il Forum sociale mondiale: «È un attacco alla nostra democrazia»

Abderrahmane Hedhili: «I gruppi terroristi estremisti mirano a demolire l’esperienza della transizione democratica in Tunisia». E intanto on line è partita una massiccia mobilitazione da parte degli attivisti

di Giada Frana

da Tunisi

Tunisi non vuole darla vinta agli attentatori che ieri hanno ucciso 21 persone e ne hanno ferite altre 44. Gli organizzatori del Forum Sociale Mondiale, in programma dal 25 al 28 marzo nella capitale, ieri sera, attraverso un comunicato stampa, hanno fatto sapere che il Forum si svolgerà, senza se e senza ma. “Con questo attacco – riferisce il coordinatore del Forum Abderrahmane Hedhili – i gruppi terroristi estremisti mirano a demolire l’esperienza della transizione democratica in Tunisia e nella regione e vogliono creare un clima di paura nei cittadini che aspirano alla libertà, alla democrazia e alla partecipazione pacifica nella costruzione di quest’ultima. Il movimento sociale in Tunisia conta ora più che mai sul sostegno delle forze democratiche del mondo intero, per opporsi alla violenza e al terrorismo”.  Farsi prendere dalla paura sarebbe controproducente e farebbe il gioco degli attentatori: “Ora più che mai – continua -una larga partecipazione al Forum sarà la risposta appropriata da parte di tutte le forze di pace e di democrazia che lavorano per un mondo migliore”.

Sui social network non sono mancate le reazioni del popolo tunisino; tra questi il blogger ed attivista Houssem Hajlaoui ha lanciato un “manifesto antiterrorista”, riassunto in quattro punti: 1. Non facciamoci prendere dal panico. Non resteremo chiusi in casa, d’altra parte con un tempo cosi’ bello! 2. Non cederemo e non perderemo la fede nel nostro processo democratico. Non potrete fermarci 3. Non faremo nessun compromesso su quello che abbiamo conquistato finora. La legge antiterrorismo non è ancora all’altezza delle nostre aspettative e gli abusi della polizia saranno sempre denunciati 4. È tempo di discutere di educazione e di sviluppo. Bisogna privarli del loro terreno di recrutamento.

Non sono mancati i sostegni dall’estero per la Tunisia: su facebook la pagina “I will come to Tunisia this summer”, “Verro’ in Tunisia quest’estate”, conta al momento 3.675 “mi piace”, con foto di giovani – e non – da diverse parti del mondo (Venezuela, Nigeria, Canada, Cina, Italia, Palestina, tra le altre) con un cartello in mano recante questa scrittae l’hashtang #Jesuisbardo, un modo per incoraggiare i turisti a non farsi prendere dal panico. Su Avaaz.org è stata invece lanciata una raccolta firme “#Attaque Bardo – Unis pour nos libertés”, “attacco al Bardo, uniti per le nostre libertà”, che conta al momento 13.070 firme. Ieri sera la risposta del popolo tunisino è stata forte, con un rassemblamento in Avenue Bourguiba, davanti al teatro municipale, per urlare il proprio sdegno per l’attentato e commemorare le vittime. Anche questo pomeriggio, alle ore 16, davanti al museo del Bardo la società civile ha lanciato un appello per un sit-in in memoria delle vittime, portando fiori e candele per dimostrare che il popolo tunisino vuole la pace e rifiuta categoricamente l’estremismo.

 


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