Cooperazione & Relazioni internazionali

Le Misericordie lanciano i campi di volontariato a Lampedusa

L'ente gestore del Centro per immigrati di contrada Imbriacola sta progettando un nuovo modello di accoglienza. Lungo tre assi: mettersi in rete con gli altri soggetti sociali dell'isola, incentivare lo scambio di volontari e rinforzare i presidi sanitari

di Redazione

L’ultimo sbarco lunedì notte: 54 immigrati subsahariani che le Misericordie, l’ente gestore del Centro di soccorso e prima accoglienza di contrada Imbriacola a Lampedusa. In questi ultimi giorni gli sbarchi si sono succeduti a tambur battente rispetto ai primi mesi di questa nuova gestione (partita lo scorso ottobre) anche se il centro ha una disponibilità massima di 381 posti. Una pressione che ha spinto i dirigenti della Confederazione nazionale a ricalibrare il modello di intervento.

Dalle prossime settimane l’azione delle Misericordie a Lampedusa, seguirà tre importanti linee d’azione. Si integrerà in primis con quelle del “Forum di Lampedusa solidale”. Anche le Misericordie, parteciperanno infatti al dibattito avviato dalla Parrocchia guidata da don Mimmo Zambito, con la comunità e le principali realtà  associative che operano sul territorio (la comunità parrocchiale, l’istituto delle suore, la federazione delle chiese evangeliche, la fondazione Migrantes, la sezione locale della Croce Rossa, la sezione CISOM reparto medico dei cavalieri dell’ordine di Malta, l’associazione Alternativa Giovani, esponenti della società civile e l’associazione AiBi “Amici dei bambini”). «È opinione comune – spiega il direttore generale Andrea Del Bianco – che questo sia un territorio che vive una profonda dicotomia: se da un lato la cittadinanza tutta si sente in prima linea al momento dell’arrivo di cittadini stranieri, dall’altro subisce il meccanismo farraginoso di un sistema di accoglienza non ancora in grado di mettere in relazione gli autoctoni con gli operatori che operano nel sistema». La seconda importante azione, sarà quella dell’avvio di campi di volontariato per l’interscambio culturale delle esperienze: «Se da una parte i giovani volontari di tutta Italia, potranno andare a Lampedusa a prestare la loro opera sul territorio (e non solo nel Centro con gli immigrati) – aggiunge Del Bianco – i giovani lampedusani potranno fare lo stesso nelle fraternite di Misericordia, forti della loro grande esperienza». «Un modo – evidenzia – per diffondere le reciproche competenze e soprattutto per educare la popolazione al volontariato».

La terza azione è più “tecnica” atta a migliorare le condizioni di assistenza primaria, ovvero la collocazione di due container, sul porto di Lampedusa. Un modulo  per attività sanitarie e d’accoglienza e un modulo per i bagni. Un aspetto quest’ultimo non di poco conto, considerato che le condizioni estreme di vivibilità alle quali sono costretti gli immigrati sui barconi, provocano, soprattutto nelle donne, malesseri da ritenzione urinaria. Sarà inoltre formalizzata la creazione di un’unità intervento sbarchi (Uis), che, in continuità con ciò che già avviene, coordinerà le varie fasi dell’accoglienza sul porto di Lampedusa.


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