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Dio non abita più in Norvegia

Per la prima volta nel paese scandinavo la percentuale di chi dichiara di credere in Dio è pari a quella di chi si dice ateo. Un cittadino su quattro è «incerto»

di Gabriella Meroni

Non era mai successo che dal 1985 a oggi, da quando cioè l'istituto Ipsos MMI indaga la fede dei norvegesi, il numero dei cittadini atei uguagliasse quello dei credenti. Ma il pareggio è avvenuto quest'anno, quando sono stati diffusi i dati del sondaggio nazionale: il 38 per cento del campione crede in Dio, il 38 per cento è ateo, mentre il restante 24 per cento dei cittadini «non sa».
Una conferma della crescente secolarizzazione in atto nel paese, che si riflette, come sottolineato da  Silje Kvamme Bjorndal, ricercatore alla Norwegian School of Theology dell'università di Oslo, nella «costante diminuzione del numero dei battesimi». Il declino nel numero dei credenti è stato continuo negli ultimi dieci anni, anche se le donne sono in media molto più propense a credere in Dio (43,3 per cento) rispetto agli uomini (33,5). Secondo un altro ricercatore, Pål Ketil Botvar dell'Institute for Church, Religion, and Worldview Research di Oslo, «la fede di molti potrebbe non essere stata messa in luce dall'impostazione della domanda del sondaggio», e quindi la percentuale dei credenti potrebbe essere sottostimata: «Molti incerti potrebbero credere in una potenza o forza superiore», ha dichiarato. Se si dà retta ai numeri di Eurobarometro, che aveva condotto un'indagine sulla fede dei popoli europei nel 2010, la situazione delle nazioni scandinave sembrerebbe essere ancora più secolarizzata, con un misero 18 per cento di credenti svedesi, un 22 per cento di norvegesi, un 28 per cento di danesi e 33 per cento di finlandesi.


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