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Volete rilanciare l’economia? Comprate solo farmaci generici

A oggi questi medicinali occupano solo il 30% del mercato dei farmaci a brevetto scaduto. Se invece tutti li preferissero, l'economia guadagnerebbe ogni anni 700 milioni di euro a fronte di 1,4 mld di risparmi, generando 20mila posti di lavoro. L'analisi di Nomisma

di Gabriella Meroni


Il governo è alla caccia di un "vero" tesoretto? Allora dovrebbe fare una cosa molto semplice: convincere tutti gli italiani ad acquistare i farmaci generici ogni volta che hanno bisogno di un medicinale di libera vendita. Lo consiglia Nomisma, che ha realizzato e presentato  lo studio “Il sistema dei farmaci generici in Italia – Scenari per una crescita sostenibile” per AssoGenerici. Si tratta della prima ricerca scientifica di questa portata realizzato in Italia che, assieme ad un’analisi approfondita dello status quo, mette in luce un aspetto troppo spesso trascurato: l'impatto che la razionalizzazione della spesa farmaceutica potrebbe avere sull'intero sistema-paese.
Le cifre fornite sono impressionanti. Oggi il farmaco generico rappresenta soltanto il 30% circa delle vendite complessive di farmaci a brevetto scaduto. Se, al contrario, tutti i farmaci che gli italiani acquistano direttamente (Otc, Sop e farmaci di fascia C soggetti a prescrizione, inclusa la fascia A dove si paga il differenziale con il farmaco di marca) fossero generici, il risparmio per le tasche degli italiani arriverebbe a 1,4 miliardi di euro l'anno. Un risparmio che andrebbe a incrementare i consumi in altri settori dell’economia per un ammontare, secondo la propensione media al consumo calcolata dalla Banca d’Italia, di circa 700 milioni di euro: una spinta per l’economia nazionale ben superiore a quella di misure “di stimolo” oggi in discussione. Non è finita. Una politica che rimuovesse gli ostacoli che ancora frenano il settore del farmaco equivalente potrebbe determinare un aumento del turnover industriale nazionale fino a 540 milioni di euro, con un aumento dell’occupazione fino a quasi 20mila addetti aggiuntivi tra settore produttivo e indotto. E questo soltanto sulla base delle scadenze brevettuali che si attendono da oggi al 2020, che interessano farmaci che oggi generano un fatturato di 2,1 miliardi di euro.
“Rimuovere gli ostacoli che ancora oggi incontrano le industrie europee del generico, dunque, potrebbe favorire lo sviluppo dell’apparato produttivo nazionale, l’aumento dell’occupazione, come dimostrato dallo studio di Nomisma, e anche migliorare la performance dell’economia nazionale” dice il presidente di AssoGenerici Enrique Häusermann. “I risultati dello studio confermano che quanto abbiamo sostenuto in questi anni non è soltanto funzionale ai legittimi interessi di un settore produttivo, ma rappresenta un elemento chiave per conciliare la tutela della salute e le compatibilità di bilancio, il rilancio dell’economia e il welfare, la concorrenza e la salvaguardia dei diritti del cittadino”.

 


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