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Cooperazione & Relazioni internazionali

Thailandia: migliaia di migranti bloccati in mare

Si crede siano quasi 8 mila le persone bengalesi e rohingya trattenute in mare a largo della Thailandia, dai trafficanti, a seguito di un giro di vite sull’immigrazione da parte del governo thailandese, dopo che la settimana scorsa nel Paese sono state scoperte delle fosse comuni, con centinaia di corpi di migranti che cercavano di raggiungere la Malesia

di Ottavia Spaggiari

Sarebbero 1.018 i rifugiati bengalesi e rohingya trattenuti in mare dai trafficanti e approdati sull’arcipelago di Langkawi, in Malesia, meta turistica da sogno e diventata ancora di salvezza, per i rifugiati che rischiavano di morire in mare. Vittime dei trafficanti che gestiscono i trasporti con la Thailandia, i migranti bengalesi e rohingya, una minoranza etnica musulmana che vive principalmente in Myanmar, non riconosciuta dallo Stato e a cui, in molti casi, vengono negati i diritti fondamentali alle cure, all’istruzione e alla libertà di movimento (il rapporto dello Human Rights Watch 2014 li aveva definiti un popolo di perseguitati).

La scorsa settimana, in alcuni campi nel sud della Thailandia erano state scoperte delle fosse comuni, in cui sono stati rinvenuti centinaia di corpi, ricondotti a migranti. La scoperta ha spinto il governo thailandese ad un giro di vite sul monitoraggio delle frontiere, spingendo diversi trafficanti a trattenere a largo le imbarcazioni con a bordo migliaia di migranti. “Sembra che le imbarcazioni abbiano smesso di arrivare, ma alcune sono ancora in viaggio e altre stanno aspettando di far sbarcare i migranti.” Ha spiegato alla BBC Jeff Labovitz, dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. “Di solito i trafficanti finivano per riscuotere gli ultimi pagamenti a terra, ma adesso sembra che stiano svolgendo tutte queste procedure a bordo delle imbarcazioni, quindi molte persone sono costrette a rimanere in mare. La situazione sta peggiorando rapidamente e non hanno nessun posto in cui andare.”

Negli ultimi due giorni, più di duemila persone sono arrivate in Malesia e Indonesia, dopo essere state salvate e portate a terra. Secondo l’ Arakan Project che si concentra soprattutto sulle attività di ricerca e advocacy per i rohingya, monitorando anche le ondate migratorie, circa 8 mila persone sarebbero bloccate in mare, una cifra che, al momento, non può essere verificata ma che sembra credibile. 

Un rohingya sopravvissuto al viaggio in mare salvato dalla polizia malese, Rashid Ahmed, ha raccontato all’agenzia AFP di essere scappato da Myanmar con il figlio neonato, spiegando le condizioni terribili del viaggio, fatto di fame, paura e sete, a cui i migranti erano costretti.

I rohingya, infatti vengono spesso trasportati dai trafficanti in Thailandia e da lì, dovrebbero raggiungere la Malesia. Spesso i trafficanti li fermano per un periodo di tempo nella giungla, dove vengono costretti a pagare un riscatto per poter continuare il viaggio.

Secondo la BBC tre uomini thailandesi e un birmano sono stati arrestati in Thailandia con il sospetto di traffico di esseri umani, dopo la scoperta delle fosse comuni della scorsa settimana.

Foto: STR/AFP/Getty Images


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