Cooperazione & Relazioni internazionali

Nepal: continua lo sciame sismico

La terra continua a tremare in Nepal, dopo la seconda fortissima scossa del 12 maggio, che ha lasciato migliaia di altre persone senza casa, mettendo in ginocchio la popolazione che cercava di rialzarsi dopo il sisma del 25 aprile

di Redazione

Un'altra notte all’aperto per centinaia di migliaia di persone a Kathmandu e nelle località della Kathmandu Valley. La scossa del 12 maggio ha causato 65 vittime in Nepal, 17 in India e oltre 2000 feriti, ma in molte aree si scava ancora sotto le macerie. Intanto, la terra stanotte ha ripreso a tremare.

“ Questo è un disastro doppio, che ha lasciato i sopravvissuti alla terribile scossa del 25 aprile in stato di shock e terrorizzati”, ha dichiarato Cecilia Keizer, direttrice paese di Oxfam in Nepal. “ Le nostre squadre hanno raccontato di altri edifici crollati e frane che hanno bloccato le strade. Anche tra il nostro staff ci sono state paura e preoccupazione, ma siamo tornati immediatamente al lavoro.”

Luca Guerneri, responsabile emergenze di Terre des Hommes, racconta la tensione continua dello sciame sismico che sembra senza fine: “Questa notte siamo saltati fuori dal letto due volte. Dormiamo vestiti, le porte spalancate, lo zainetto pronto. In strada ci siamo guardati e abbiamo pensato: cosa facciamo? Montiamo la tenda nel vicino campo militare? Rientriamo in casa? Alle 02.20 abbiamo deciso di rientrare, ma meno di un'ora dopo eravamo nuovamente fuori. Sono scosse d'assestamento o si preannuncia qualcosa di più? Nessuna scossa avvertibile dopo la notte fino ad ora. Ma fino a quando?”

Enorme la preoccupazione per chi è rimasto senza casa: “Ci sono stati ulteriori danni agli edifici. Molte case già danneggiate sono letteralmente collassate”, aggiunge Enzo Maranghino, esperto emergenze di CESVI. “Da quanto sto osservando, però l’impatto maggiore è quello emotivo sulle persone. Quando ormai si pensava che il pericolo fosse passato e ci si avviava verso l’idea della ricostruzione, quindi verso una visione più positiva, ricadere nella paura ha creato nella gente un senso di scoraggiamento enorme”.

Anche coloro che hanno ancora una casa agibile eviteranno per giorni di tornarci a causa della paura di nuovi terremoti o scosse di assestamento. Si aggiungono così nuovi sfollati temporanei ai 2,5 milioni causati dal terremoto del 25 aprile. Ma, al di là dei problemi della capitale, dove la densità di popolazione è molto elevata e il concentramento di sfollati è più evidente, preoccupano le condizioni delle aree di montagna più colpite, alcune delle quali ancora isolate o difficili da raggiungere.

Destano preoccupazione anche le condizioni metereologiche. Già prima del terremoto di ieri pioggia e grandine hanno causato significative inondazioni a Chautara e dintorni, dove migliaia di senza tetto vivono sotto le tende in situazione di precarietà assoluta. Rischi di nuove frane sono stati segnalati nella zona di Namche e a Tatopani, e le previsioni meteo per la maggior parte delle zone più vicine all'epicentro annunciano temporali per i prossimi 4 giorni.

Foto: Jonas Gratzer/Getty Images


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA