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Il congedo di paternità fa bene ai bambini e all’economia

L’Economist pubblica i dati di due ricerche che attestano i benefici del congedo di paternità: una presenza più forte nella vita dei propri figli, effetti positivi sulle capacità di apprendimento e un’economia più equa

di Ottavia Spaggiari

Sono ancora pochi i Paesi che promuovono la paternità, eppure i papà che prendono tempo per passare i primi mesi coi propri bambini sembrano avere un impatto positivo, sui propri figli e sul resto della comunità. Parola dell’Economist. Il settimanale britannico infatti ha pubblicato i dati di una ricerca condotta in Australia, Gran Bretagna, Danimarca e Stati Uniti, in cui risulta che chi prende il congedo di paternità, è in media più presente nella vita quotidiana dei propri figli, anche dopo essere ritornati al lavoro. In Danimarca, dove il 90% dei papà dopo la nascita del bambino resta a casa per un periodo superiore alle due settimane, il 75% passa più tempo a giocare con i propri figli anche dopo la fine del congedo. La presenza costante del padre all’inizio della vita del bambino poi, avrebbe addirittura effetti positivi sulle sue capacità di apprendimento. Secondo uno studio dell’Università di Oslo, i bambini che hanno passato più tempo con il proprio padre nei primi mesi di vita avrebbero risultati scolastici migliori. Dati questi che però dipendono dalle condizioni economiche della famiglia, molto spesso, nota l’Economist, la maggior parte dei congedi di paternità tende ad essere breve e poco retribuita, di conseguenza a potersi permettere di restare a casa, sono solitamente i genitori nelle situazioni più agiate.

Infine il congedo di paternità, favorisce il ruolo delle donne all’interno dell’economia, permettendo infatti una più equa suddivisione dei compiti relativi alla cura dei figli e alla gestione domestica. “Quando la responsabilità della cura dei figli ricade solo sulla madre, si tende ad avere un impatto negativo sulla retribuzione delle donne, che rimangono a casa e vengono così private della possibilità di continuare a fare esperienze importanti e ottenere promozioni,” scrive l’Economist. “Quando gli uomini condividono queste responsabilità in pieno questa tendenza si riduce notevolmente.” Passando di più la palla ai papà, insomma potrebbe essere la strada per costruire una società ed un’economia più equa, arrivando a rompere quel tanto invisibile, ma ancora lucidissimo, soffitto di cristallo. La stessa Christine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, aveva denunciato lo scorso febbraio che in più di 40 nazioni si perde il 15% della ricchezza potenziale a causa della mancata partecipazione delle donne al mondo del lavoro.

In Italia, la situazione danese è ancora lontana: per congedo di paternità si intende l'astensione dal lavoro da parte del lavoratore padre per tutta la durata del congedo di maternità o per la parte residua che sarebbe spettata alla lavoratrice madre nei casi di: – morte o grave infermità della madre; – abbandono del figlio da parte della madre; – affidamento esclusivo del bambino al padre.

I lavoratori padri, entro i primi 5 mesi di vita del bambino, hanno il diritto di richiedere tre giorni consecutivi di assenza dal lavoro senza decurtazione di stipendio.

Foto: ERIC FEFERBERG/AFP/Getty Images)


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