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Rifugiati, le richieste di Anpas e Samaritan International alla Ue

La dichiarazione intitolata "Sette richieste per il cambiamento della gestione europea dei rifugiati" è stata consegnata a Federica Mogherini dai rappresentanti del Sam.I

di Redazione

Un cambiamento della politica europea per l’accoglienza dei rifugiati in sette richieste lo chiedono Anpas e Sam.I (Samaritan International), organismo al quale aderiscono Anpas e la Croce Bianca di Bolzano). Le richieste sono state consegnate ieri, 19 maggio, a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Anche il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz ha incontrato i rappresentati di Sami. Con l’onorevole Knut Fleckenstein, erano presenti il Segretario Generale SAM.I. ad Interim Ivo Bonamico (Croce Bianca Bolzano) e il vicepresidente SAM.I. Reinhard Hundsmüller.

Nel 2014 oltre 170mila persone hanno attraversato il Mediterraneo per cercare rifugio in Europa. Solo nei primi mesi del 2015, 1.600 persone sono morte nel viaggio per arrivare in Europa. Nella dichiarazione intitolata "Sette richieste per il cambiamento della gestione europea dei rifugiati", Sami. ha invitato l'Unione Europea i suoi Stati membri a espandere le loro misure di aiuto e di condividere una gestione europea dei rifugiati.

Sami evidenzia anche il ruolo importante che i volontari svolgono in aiuti di emergenza e servizi di integrazione. «Al momento sono soprattutto i volontari che offrono sostegno ai rifugiati» ha dichiarato Knut Fleckenstein. «Si preoccupano per loro, danno loro cibo, vestiti, coperte o la medicina. Ma con il crescente numero di rifugiati, i volontari stanno raggiungendo i loro limiti».
Anpas, con li supporto dei Comitati Anpas Sicilia e Puglia, ha attivamente preso parte all’elaborazione della Dichiarazione.

«I continui sbarchi di migranti, che si stanno moltiplicando di giorno in giorno, mettono l’Italia e la Sicilia in prima linea per affrontare questa emergenza umanitaria» ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. «Le pubbliche assistenze Anpas vivono ogni giorno le problematiche connesse al sistema di accoglienza. C’è un aspetto di cui si parla poco ed è quello dei volontari impegnati da anni nelle operazioni di assistenza alla prima accoglienza, soprattutto nei porti siciliani. Anpas è da anni impegnata con i volontari delle pubbliche assistenze siciliane, pugliesi, calabresi ad affiancare le autorità preposte nelle operazioni di accoglienza. Le pubbliche assistenze, in particolare in Sicilia e Puglia, sono in prima linea su varie zone costiere (Trapani, Pozzallo, Catania e Palermo, Bari, Brindisi, Taranto), con attività di assistenza sanitaria e logistica».

I volontari prestano la loro opera gratuitamente, nel rispetto della legge 266 sul volontariato. «Purtroppo però, i costi vivi connessi alle operazioni – la benzina per i mezzi di soccorso, i dispositivi di protezione individuale, e molte volte anche i generi di prima necessità per i migranti appena sbarcati – sono completamente a carico delle associazioni o sono rimborsati dopo moltissimo tempo. Nonostante questo – continua Pregliasco -, i volontari non hanno interrotto la loro assistenza, perché abbiamo creduto e crediamo fortemente in quello che facciamo, che è incarnato nei nostri valori da 110 anni. Vorremmo però che ogni tanto si evidenziasse che il volontariato sta operando solo grazie alle proprie risorse, elemento che non deve essere dato per scontato. In Sicilia, la procedura per i benefici di legge di protezione civile non è  attivata per queste attività (non è un emergenza che ricade in quel settore), e i volontari sono costretti a prendersi ferie, con rischi notevoli, e a farsi carico economicamente di tutto. In Puglia, si interviene in  convenzione con il 118 e nonostante i benefici di legge siano attivati, i costi sono rimborsati in tempi lunghissimi».

Secondo il presidente Anpas «È urgente la definizione di un fondo di solidarietà a sostegno delle attività che il volontariato svolge nella prima assistenza ai migranti, e/o l’attivazione dei benefici di legge, cosi come accade per altre emergenze. Pur rimanendo nella gratuità della prestazione, come dice la Legge, sostenere i costi vivi delle associazioni potrebbe evitare che i volontari gettino la spugna per mancanza di risorse, anche solo quelle necessarie per raggiungere i porti degli sbarchi». 

Oltre all’assistenza agli sbarchi di immigrati, le pubbliche assistenze Anpas sono impegnate per l’integrazione: «sono attivi sportelli sociali, e di mediazione culturale e molte associazioni svolgono attività per l’alfabetizzazione dei migranti e richiedenti asilo» ha concluso Pregliasco, presidente Anpas e vicepresidente Sami.


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