Education & Scuola

Abdel Majid Touil che scuola frequentava?

La domanda che nessuno si è fatto. La scuola di italiano frequentata dal giovane Touil è uno dei molti corsi erogati dai CPIA (ex CTP), i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti dove si incontrano biografie di ogni parte del mondo. Oggi i CPIA sono in una fase di transizione nel disinteresse generale

di Cristina Moroni

Caro direttore, nessuno, constato, che si sia chiesto che tipo di scuola frequentava il giovane marocchino Abdel Majid Touil. Qualche domanda di rapina all’insegnante senza capire, i giornalisti, nemmeno dove poggiavano i piedi.

La scuola di italiano frequentata dal giovane Abdel Majid Touil è uno dei molti corsi erogati dai CPIA (ex CTP), i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti, scuole statali che rappresentano l’ideale continuazione dell’esperienza delle 150 ore nata negli anni Settanta e offrono un servizio gratuito di istruzione e formazione a cittadini italiani e stranieri. Io ci insegno da qualche anno nel CPIA che è uno dei riferimenti più importanti sia per l’ampia offerta di corsi di italiano di vari livelli, da quelli per studenti analfabeti anche nella lingua madre, a quelli più avanzati (fino al livello C1 del Quadro Comune Europeo), sia per la possibilità di frequentare un corso annuale che dà accesso all’esame per la licenza media.

A Milano il CPIA si articola in nove punti di erogazione, di cui uno all’interno del carcere di San Vittore e uno all’interno del Beccaria.

Sui banchi di queste scuole si incrociano vite che vengono da lontano in tutti i sensi, perché nelle classi convivono studenti provenienti da moltissimi paesi di Africa, Asia e America Latina, con livelli culturali, storie personali e fedi religiose molto diversificati. Per tutti loro il CPIA è un’occasione fondamentale per l’apprendimento della lingua italiana (il superamento del test di livello A2 di conoscenza della lingua è attualmente indispensabile per ottenere il permesso di soggiorno di lunga durata), ma anche per inserirsi in un percorso di integrazione e orientamento nella nostra società. E’ un inserimento molto faticoso, complicato, irto di difficoltà e di delusioni, quello di molti migranti, cui il CPIA offre un sostegno in termini di conoscenze linguistiche, culturali e pratiche, e anche di relazioni umane sia con i docenti che tra gli studenti. Così accanto ai corsi elementari (gli esercizi di trasformazione singolare/plurale sul quaderno di Touil, molto meno banali di quello che potrebbero sembrare a prima vista) anche i corsi più avanzati sono molto apprezzati, per esempio dalle badanti russe e ucraine, spesso laureate nei loro paesi, che nelle due ore di permesso possono ritrovare il piacere di una scoperta culturale. 

I CPIA sono proprio in questo momento in una fase di passaggio a un nuovo ordinamento che dovrebbe farne il cardine di un rinnovato sistema di istruzione per adulti esteso anche alle scuole superiori serali, i cui contorni appaiono al momento piuttosto confusi. E’ un peccato che questa delicata e importante trasformazione avvenga nel disinteresse generale, senza che né nel mondo della scuola, nella società civile o sulla stampa si registri un minimo di discussione su questi temi. E senza che nessuno abbia raccontato che diavolo di scuola stava frequentando Touil. E tutto questo nelle settimane della #buonascuola a testimoniare l’alto tasso di ideologia presente nella discussione e il ttale disinteresse rispetto alla realtà.

Cristina Moroni


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