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Pedofilia: l’Italia cambi marcia

Dall’Assemblea generale di Inhope-Europol a L'Aia arriva un invito chiaro per il nostro Paese a fare di più

di Redazione

In Italia la lotta alla pedofilia e agli abusi sessuali on line deve cambiare marcia. Lo sviluppo delle tecnologie e la diffusione virale di contenuti pedopornografici on line impone una collaborazione più efficace tra hotline e Forze dell'Ordine. La procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea a carico del nostro Paese, peromessa comunicazione dell'adempimento della direttiva 2011/93/UE sulla pedopornografia on line, intanto resta aperta.


È chiaro l’invito che arriva dall’Aia, dove sono in corso i lavori dell'Assemblea generale di Inhope, in collaborazione con Europol, a cui partecipa Telefono Azzurro come partner di una rete internazionale che comprende ben 45 Paesi e 51 hotline gestite da ONG, attive nella raccolta di segnalazioni di siti pedopornografici.
Ma se l'Italia rispetto ad altri Paesi è indietro nella cooperazione con il circuito internazionale di Inhope, non è per mancanza di impegno delle associazioni o della società civile. Tutt'altro, Telefono Azzurro è in prima linea in questa battaglia dal 1987 e gestisce 24 ore al giorno il numero Emergenza Infanzia 114, oltre a raccogliere quotidianamente segnalazioni di materiale pedopornografico on line attraverso le linee telefoniche e i siti www.telefonoazzurro.it e www.114.it.

Dal 2010 al 2014 le telefonate al numero Emergenza Infanzia sono state addirittura 12.578, con un preoccupante aumento negli ultimi due anni, in linea con il trend delle segnalazioni dei contenuti pedopornografici presenti sul web (+8%), con i numeri dell'adescamento on line (dal 4,4% al 14,2% dal 2012 al 2014) edegli adulti estranei al minore responsabili di abuso sessuale (dal 14,5% del 2012 al 27,4% del 2014).
Per rispondere agli inviti dell'Europa occorre però fare il punto sul piano normativo. La legge italiana infatti non permette agli operatori di Telefono Azzurro di controllare le segnalazioni dei cittadini, perché la visione di contenuti pedopornografici costituisce di per sè reato. Di conseguenza l'impossibilità di filtrare le segnalazioni, rende le procedure farraginose e poco efficienti, con il rischio di appesantire così il prezioso lavoro della Polizia Postale.

La mancanza di feedback sui singoli casi ricevuti da Telefono Azzurro indebolisce poi la collaborazione tra l'Associazione e i partner di Inhope, che chiede la massima efficacia e rapidità nella rimozione dei contenuti illegali dal web, per evitare che le vittime continuino a essere oggetto di violenze inaccettabili.

«Consentire la circolazione di materiale pedopornografico realizzato attraverso l'abuso di bambini», commenta l'Avvocato Caterina Flick, portavoce di Telefono Azzurro all'Assemblea, «significa consentire la prosecuzione dell'abuso. Il "diritto all'oblio", di cui ci preoccupiamo per altre categorie di persone, dovrebbe valere innanzitutto per loro. Per fare questo e per rendere più efficace la lotta alla pedofilia on line serve uno sforzo maggiore, anche a livello legislativo».

Foto Getty Images