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«Tsipras non ha scaricato sul popolo le decisioni. La sua l’ha già presa»

«Non sarà questo governo a firmare un terzo memorandum. Questa è la scelta politica. Il referendum è solo per chiedere al popolo se è d'accordo. in caso di vittoria del sì si andrà a elezioni». Così spiega, intervistato da Vita.it, le scelte del governo ellenico Argiris Panagopoulos, portavoce di Syriza in Italia

di Lorenzo Maria Alvaro

Sono tante le critiche alla scelta di Alexis Tsipras di indire un referendum per chiedere ai greci se vogliano o meno la firma al terzo memorandum che darebbe il via ad una nuova tranche di aiuti. In gioco c'è la scelta se piegarsi o meno alle richieste che l'Unione Europea, da ormai mesi, avanza al governo ellenico. C'è chi parla di incapacità di governo, chi accusa il primo ministro di "giocare d'azzardo” e chi parla di suicidio. Ne abbiamo parlato con Argiris Panagopoulos, portavoce di Syriza in Italia.

La scelta di Alexis Tsipras di indire il referendum è stata accolta con molte perplessità. Non è in grado di prendere una decisione nonostante sia stato eletto per questo?
All'ultimo momento l’Unione Europea ci ha ricattati con un ultimatum. Il 20 di febbraio è stata provocata una crisi umanitaria in Grecia. La domanda che faccio è: perché insistono con le stesse proposte che ci hanno portato in questa situazione di povertà e miseria. La Grecia aveva avanzato proposte moderate e da paese civile. Come tassare le grandi ricchezze, le grandi società di telecomunicazione, gli armatori o combattere la corruzione e l'evasione. Queste sono le proposte di Syriza. Proposte che mirano anche a proteggere chi ha già pagato e sta ancora pagando, le fasce più deboli della popolazione, come i pensionati Perché vogliono infierire su un paese già in difficoltà? L'Europa persegue un strada ideologica.

Cosa c’entra con la scelta referendaria?
Sono, quelli appena elencati, i motivi per cui non possiamo firmare quell'accordo e per cui è stato indetti il referendum. Ci siamo appellati al popolo.

Ma se avete già deciso di non firmare perché chiedere l’opinione popolare?
Non saremo in ogni caso noi il governo che firmerà quell’accordo. Se al referendum vince la posizione del si, cioè se il popolo ritiene che si debba firmare, si va ad elezioni. Se invece vince il no vedremo cosa risponderà l’Europa. Angela Merkel, e i neoliberisti europei non hanno capito che l'Europa non può essere tedesca. Non può essere di uno solo. O sarà di tutti o non potrà esistere.

C’è chi, per questo vostro giocare sul filo del rasoio, vi accusa di fare dell’azzardo…
Non abbiamo giocato su nulla. Su cosa giochiamo? Sul nostro futuro? Quello che abbiamo portato avanti in questi mesi sono le stesse cose che diciamo da anni. Le dicevamo in piazza Syntagma quando ci reprimeva il governo Samaras e le abbiamo ripetute durante la campagna elettorale. Ho io una domanda

Prego…
Paul Krugman e Joseph Stiglitz sono giocatori d'azzardo, sono dei pericolosi comunisti? La verità è che tutto il mondo civile sta con noi. Quando in Inghilterra hanno avuto la crisi hanno nazionalizzato le banche, hanno lavorato per garantire i diritti dei più deboli e hanno rilanciato l’economia.

La vostra situazione però è molto peggiore e complicata di quella inglese…
Abbiamo avuto un tasso di sviluppo dello 0,4% l’ultimo anno. L'Italia dello 0,3%. Ma dove pensate di poter andar a queste condizioni? Il nostro debito è non pagabile. Esattamente come quello italiano. Dobbiamo trovare una soluzione sui debiti, trovare un modo per creare lavoro vero, e investire su lavori pubblici per rilanciare l'economia. Non vogliamo più debiti, non vogliamo altri prestiti per creare nuovi debiti sui debiti.

Però qualcosa dovete pur concedere. In fondo la vostra situazione non è frutto di un peccato originale europeo…
Certo, siamo d'accordo. È necessario fare anche dei tagli. Il problema è dove. Vogliono tagliare ai pensionati invece che ai ricchi. Vogliono alzare l'iva, come se la corrente elettrica sia un lusso. Già oggi c'è chi non riesce a pagarla. Perché? Abbiamo proposto di tagliare le spese militari. Non vogliono. Abbiamo parlato di abbattere l'evasione. Non va bene. La domanda è allora: cosa vuole l'Europa?

E secondo lei l’Europa cosa vuole?
Questa Europa tedesca e neoliberista vuole fare fuori il governo Tsipras. Se noi ce la facciamo, e sopravviviamo al referendum, i prossimi paesi a schierarsi con noi, dopo le elezioni, saranno Spagna, Portogallo e Islanda. Ed è qui che nasce il problema. L’Europa e gli eurocrati hanno paura che cambiamo il sistema veramente. Sta avanzando un Europa progressista e democratica. Noi non vogliamo uscire dall'unione Europea. Non diciamo quello che pensano Grillo e Salvini. Vogliamo far diventare l'Europa quello che avrebbe dovuto essere. E abbiamo tanti alleati dentro e fuori.

E dall’Italia cosa si aspetta?
Che cos'è l'Italia? Dov'è? L'Italia balbetta. E quando parla lo fa in tedesco. Dov'è stato Renzi in questi mesi della crisi europea? Avete avuto il semestre italiano. Cosa avete fatto? Niente. Noi abbiamo sempre trattato con Merkel e Hollande. Dovreste preoccuparvi di essere ininfluenti e comandati a bacchetta da tedeschi e francesi.

Però c’è Mario Draghi…
Una delle cose più importanti da fare è cambiare completamente il ruolo della Bce. Non abbiamo bisogno del banchiere poliziotto che un giorno fa il buono e il giorno dopo il cattivo. Non si può fare diventare la Bce un covo di speculazioni finanziarie. Questa è gente che specula sulle nostre vite. Ecco perché la Bce va riformata. Syriza si batte anche per questo.

Gli analisti dicono che è in vantaggio il sì al referendum. Come si spiega?
Perché quando metti paura alla gente che risultato vuoi avere? Il sì è in vantaggio perché c'è tanta paura. Quello che è certo è che il governo non firmerà un terzo memorandum. Vedremo se vince il sì. Di certo chi pensa di poter fare colpi di stato sbaglia. Siamo radicati sul territorio ed esprimiamo la maggioranza della popolazione. Siamo ancora al 47% di gradimento. Quello che non scrivono i vostri giornali è il grande lavoro dei nostri ministri per intervenire in caso di bisogno della gente. Noi non salviamo le banche, aiutiamo le persone. E questo i greci lo sano. Vedremo quale sarà il risultato. Se andremo alle elezioni dopo il referendum per altro vedremo chi vincerà quelle elezioni. Quello che non capite da osservatori esterni è che Tsipras è un uomo di sinistra. Noi non siamo l'Italia dove chi è di sinistra poi fa cose di destra,. In Grecia le parole hanno ancora un significato.

Avreste dovuto pagare oggi (30 giugno) l’ultima tranche al FMI. Non avete pagato. Che succederà?
Non lo so. Stiamo a vedere. Scopriremo l’Europa cosa vuole fare. Vediamo se è così impossibile far slittare i termini. Noi non accettiamo intimidazioni o ricatti. Siamo forti e liberi. Quello che fa un po' ridere è che nella storia del mondo non si è mai visto un creditore strangolare il debitore. Non è un comportamento da creditori che curano i propri interessi, è un comportamento da imbecilli.

Chi vi sostiene, anche in Italia, sottolinea anche l’aspetto simbolico della vicenda. Cioè che un Europa senza Grecia è un corpo senza cuore, un albero senza radici…
Certo senza la Grecia l'Europa non ha senso. Ricordatevi che le vostre parole, quelle più importanti e più care, come democrazia e libertà, sono parole greche, Abbiamo liberato due terzi del nostro Paese dal fascismo da soli. Voi parlate delle vostre brigate partigiane. Noi non abbiamo avuto l’aiuto degli americani. Siamo abituati a combattere. È la nostra storia. E siamo un piccolo Paese. Siamo sempre stati piccoli. Quindi ogni sfida è sempre stata con avversari più forti e più grandi. E non si tratta solo di storia. Siamo ancora quelli di allora. Questa forza è ancora viva. Certi valori esistono ancora. Se qualcuno pensa di poterci intimorire fa male i propri conti.


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