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Abodi: «Il calcio non è tutto marcio. Ma c’è tanto da lavorare»

All'indomani della confessione del presidente del Catania Calcio Pulvirenti, che ha ammesso di aver comprato 5 partite, abbiamo parlato con il presidente della Lega di Serie B dello stato di salute del calcio. «Rilanceremo iniziative come B Solidale. L'onestà è un insegnamento, è cultura»

di Lorenzo Maria Alvaro

In principio fu il caso dei passaporti falsi, poi Calciopoli infine il calcioscommesse, suddiviso in puntuali capitoli annuali. Se il calcio internazionale, con il caso Blatter, naviga in acque burrascose, quello italiano sembra ormai definitivamente annegato. Non c'è un anno sportivo che non finisca con scandali che coinvolgono tutte le categorie. In questi giorni è il turno del Catania, che ha comprato, su amissione del presidente Pulvirenti, 5 gare per assicurarsi la salvezza. Intanti il Parma è fallito dopo un'incredibile iter di malversazioni e ombre si addensano sui conti di Genoa e Sampdoria. Questo senza contare il capitolo Lega Pro, dove scommesse, aggiustamenti dei risultati e bustarelle sembrano essere la norma. Ne abbiamo parlato con Andrea Abodi, che è il presidente della Serie B, ma anche l'anima di una proposta, B Solidale, che dovrebbe veicolare la solidarietà attraverso lo sport. Anche se in queste ore sembra quasi un contro senso ironico.

Presidente immagino che queste siano ore complicate per Lei…
Si, molto. Stiamo lavorando. Ma più che la complessità delle cose, che fa parte del mio ruolo, ad avermi invesitto devo dire che è stato il dolore. Dolore fisico. Quando sono finiti i play off avevao avuto segnali conforntanti. Mi sembrava di poter dire che finalmente si era concluso un campionato in modo positivo. E poi è arrivata questa tegola.

Nei giorni scorsi ha avuto modo di parlare con Tavecchio e Palazzi. Cosa vi siete detti?
Il presidente federale si avvarrà di tutte le prerogative per velocizzare l'espletamento delle procedure processuali nel rispetto dei tempi del campionato. In due mesi circa i giudici di Catania sono riusciti a portare l'indagine in un punto così avanzato che ci consentirà di fare chiarezza sui nostri tesserati. Cercheremo di fare chiarezza il prima possibile ma siamo anche pronti a far slittare l'inzio del campionato. L'importante non è ripartire ma ripartire con trasparenza e credibilità.

Lei capisce però che sentire parlare di trasparenza e credibilità dopo anni in cui, sistematicamente, ad ogni fine di campionato è seguito uno scandalo, comincia a diventare poso credibile?
Certamente capisco che stiamo rischiando di allontanare la gente dal calcio. Ma io le posso assicurare che abbiamo fatto tutto quello che era necessario per evitare che cose come questa capitino. Quella di oggi è un’altra storia di delinquenza che ci danneggia. Ma non voglio rassegnarmi all’idea di dover buttare via tutto il lavoro fatto negli ultimi anni in B per colpa di pochi farabutti. Ancora una volta si è trattato di mele marce. Bisogna isolare questi personaggi. Quando sento parlare di campioanto falsato mi arrabbio. I fatti parlano di una frode che ha riguardato 5 partite, quindi non è stato il Campionato pulito che immaginavamo. Anche una sola gara truccata falsa un torneo, ma sarebbe sbagliato coinvolgere nel giudizio tutte le altre squadre che hanno vinto con onestà.

Se però guarda lo scenario generale un osservatore mette insieme le informazioni è il quadro è sconfortante. Lega Pro, Serie B, Serie A, Fifa. Dapperttutto malversazioni e trucchi…
Io sono il primo a sentirmi colpito professionalmente e personalmente. Sopratutto perché vedo l’impegno di tante persone oneste vanificato. La gente semplifica tutto in un giudizio sommario e generico che non accetto. Ogni categoria ha i porpri problemi che vanno affrontati singolarmente. Insisto: bisogna trovare il modo di tutelare e valorizzare la parte sana del calcio anche facendo emergere le tante cose buone fatte, contrastando chi sta profanando il calcio.

Parliamo allora delle cose buone fatte…
Partiamo dal fatto che abbiamo presentato un’iniziativa di legge al Governo a febbraio affinché si arrivi presto al sequestro preventivo dei beni e alla confisca delle proprietà dei soggetti colpevoli dei reati di frode sportiva. Bisogna inserire questo reato e quello della raccolta illecita di scommesse nel perimetro della legge 231 in modo tale da ritenere responsabili e punire anche le società che dovessero trarre benefici da pratiche illecite. C'è poi in essere una collaborazione strettissima con Uefa e FIGC attraverso Sportradar, condivisa con la Lega di A e Lega Pro. A questa si aggiunge il rapporto con l’Agenzia Dogane e Monopoli per l’Italia. Con questi due strumenti monitoriamo attentamente le scommesse. A questo si affianca tutto il lavoro di prevenzione e cultura che abbiamo messo in campo

Può essere più preciso?
La Lega Serie B ha portato avanti con i Club ben 132 iniziative sulla responsabilità sociale. Con un team di professionisti abbiamo investito 100 ore in incontri con i calciatori delle nostre 22 società per promuovere il rispetto e l’integrità, confrontandoci sui rischi sportivi e penali che si corrono violando le regole. Stiamo pensando di proporre a calciatori, allenatori, preparatori atletici e direttori sportivi di elaborare una “Carta dei doveri” da inserire nell’accordo collettivo che formalizzi impegni reciproci da sottoscrivere. Chi li viola deve uscire dal gioco. Ma di iniziative ne elaboreremo tante per ridurre i rischi di “ricadute” e sarà un onore farlo con Simone Farina che tornerà in Italia e lavorerà con la Lega B anche su questi temi.

Lei ha anche lanciato B Solidale, il progetto sociale che coinvolge tutta la Serie B. Seconod lei in questo contesto è ancora il caso di portare avanti il progetto o non sarebbe meglio accantonarlo?
No, è importantissimo invece che si rilanci. IL problema ha radici profondamente culturali. Ho ci educhiamo ad un modo diverso di comportarci o abbiamo perso. L'onestà è frutto di educazione.

Quindi secondo lei è solo un problema di pochi delinquenti. Il sistema calcio è sano insomma?
No ci sono due problemi generali. Il primo è educativo, di cui abbiamo già parlato. L'altro è economico. Finché avremo società dissestate e in crisi economica sarà sempre più facile avere casi di malversazione volontaria o involontaria. Un sistema debole amplifica le possibilità che si infilitri la delinquenza o che ci si lasci andare a condotte non conformi. Anche su questo stiamo lavorando in modo da rendere il sitema calcio sano economicamente. Per farlo olte a spingere per evitare forma contrattuali, penso alle comproprietà o ai prestiti con diritto e obbligo di riscatto, dobbiamo riformare la Covisoc. C'è nel calcio un enorme problema che riguarda gli organi di vigilanza e controllo. Oggi siamo controllati e controllori. Non va bene.

Un'ultima domanda. Il presidente Tavecchio è diventato il numero uno del calcio italiano grazie, in particolare, ai voti di LegaPro e Serie B. Anche lei lo ha sostenuto. Non le sembra legittimo che, di fronte a quello che sta capitando, sorgano delle perplessità sulla trasparenza della figura del presidente?
Capisco che possano sorgere. Ma credo che si debba giudicare le persone da quello che fanno. E mi faccia dire che per salvare il calcio serve “un patto” che faccia schierare dalla stessa parte, con proposte e contenuti adeguati, chi vuole migliorarlo: servono risposte forti, senza divisioni tra le Componenti.


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