Economia & Impresa sociale 

Tutti i numeri dell’apprendistato

Il XV Rapporto annuale di Monitoraggio sull'apprendistato, realizzato dail'Isfol su incarico del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, rivela che nel 2014 le assunzioni sono cresciute del 4,4% rispetto all'anno precedente

di Redazione

Le assunzioni in apprendistato crescono nel corso del 2014 del 4,4% rispetto all'anno precedente. È quanto emerge dal XV Rapporto annuale di Monitoraggio sull'apprendistato, realizzato dall'Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) su incarico del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (in allegato la sintesi del documento). L'allentamento dei vincoli sulle stabilizzazioni al fine di attivare nuove assunzioni e la definizione di termini certi per l'inserimento nella formazione pubblica, derivanti dal Decreto Poletti del 2014, sembrano secondo il Governo aver invertito una tendenza al calo costante, iniziata nel 2011. Tuttavia, mentre la spinta è massima nel secondo trimestre del 2014 e comunque positiva nei due periodi adiacenti, segue nell'ultimo trimestre una variazione negativa , che si inasprisce nel primo trimestre del 2015 (-14,3% rispetto al primo trimestre 2014). Evidentemente l'annuncio degli sgravi collegati all'approvazione della Legge 183/2014 e l'introduzione del contratto a tutele crescenti hanno indotto un effetto di spiazzamento.

Prosegue il trend di innalzamento dell'età media dei giovani assunti in apprendistato. Viceversa la classe dei 15-19enni è sempre più residuale.

Nel 2014 le cessazioni di rapporti di apprendistato si contraggono del -3%. Nel 56,2% dei casi la cessazione è per scelta del lavoratore. Appena la metà dei contratti di apprendistato avviati in un anno ha una durata effettiva superiore ai 12 mesi, facendo rilevare un'elevata volatilità dello strumento. Solo una minoranza dei contratti termina alla scadenza prevista (16,6%). Nonostante questo va rilevato che le trasformazioni del contratto da apprendista a tempo indeterminato – in questo caso i dati sono relativi al 2013 – riguardano 70.158 lavoratori. Sempre in riferimento al 2013, lo stock medio di rapporti di lavoro in apprendistato è pari a 451.95 contratti, con una flessione del -3,9% rispetto all'anno precedente, pari ad una perdita di circa 18.000 rapporti di lavoro. Lo strumento rimane diffuso prevalentemente nella parte settentrionale del Paese (57%). Un apprendista su quattro è occupato nel Centro e solo uno su sei nel Mezzogiorno.

L'apprendistato di tipo professionalizzante continua ad essere la forma contrattuale di gran lunga più frequente (91% nel 2013). Rimane modesta la diffusione delle altre due forme di apprendistato legate ai titoli di studio e dei contratti ancora in essere riferiti al regime normativo della I. 196/97. Nel 2013 l’offerta pubblica di formazione per l'apprendistato gestita da Regioni e Province autonome ha coinvolto 144.502 apprendisti . Il tasso di copertura, ovvero i l rapporto fra apprendisti formati e occupati , è pari al 32%. Per il 97,3% dei casi si tratta di giovani con contratto professionalizzante. Nel 2013 gli iscritti alle attività formative per l'apprendistato per la qualifica e il diploma professionale sono pari a 3.302 unità . Escludendo la Provincia autonoma di Bolzano, dove è operativo un sistema duale consolidato che riesce a coinvolgere circa 3.000 apprendisti l'anno, solo cinque Amministrazioni hanno avviato attività formative per meno di 300 giovanissimi, che diventano 450 con riferimento al 2014. Per quanto riguarda l'apprendistato di alta formazione e ricerca sono 508 gli apprendisti partecipanti ai percorsi attivi nel 2013 e 582 quelli coinvolti nel 2014. Dati, questi, che evidenziano la necessità di ripensare profondamente l'apprendistato di primo e terzo tipo (apprendistato per la qualifica e il diploma professionale e apprendistato di alta formazione e ricerca).


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