Cooperazione & Relazioni internazionali

«Isis è uno strumento nelle mani delle grandi potenze»

A parlare è il vicario apostolico di Aleppo dei latini, mons. Georges Abou Khazen, in un’intervista a Tg2000. «Invece di combatterli sul terreno comprano da loro il petrolio e i reperti archeologici rubati in queste terre»

di Redazione

«Lo Stato Islamico è uno strumento nelle mani delle grandi potenze, da loro sono stati creati, armati e sostenuti. Invece di combatterli sul terreno comprano da loro il petrolio e i reperti archeologici rubati in queste terre». La denuncia è stata lanciata dal vicario apostolico di Aleppo dei latini, mons. Georges Abou Khazen, in un’intervista a Tg2000, il telegiornale di Tv2000.

«Sappiamo bene chi sta comprando queste cose dall’Is», ha aggiunto mons. Khazen che ha parlato di «veri e propri campi d’addestramento» nei Paesi «limitrofi della Siria, tra cui anche la Turchia. Gli uomini dell’Is hanno preso le zone dove c’è il petrolio, l’hanno cominciato a vendere a 10 dollari al barile e adesso a 30 dollari. E chi sta comprando petrolio e reperti archeologici? Sicuro non sono i somali o quelli della mauritania».

Mons. Khazen ha alcune perplessità anche sulla Turchia e sui recenti scontri con Isis: «La gente teme che i turchi vogliano combattere i curdi sotto la scusa dell’Is. Se è una lotta contro l’Is va bene ma se è una scusa della Turchia per creare una zona indipendente dalla Siria, allora diventa un po’ pericoloso. Sappiamo bene che la Turchia ha permesso all’Is di entrare, di armarsi e avere il loro addestramento».


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