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Lanterne galleggianti per ricordare Hiroshima

A settant’anni dalla strage nucleare di Hiroshima e Nagasaki, mentre le testimonianze degli ultimi sopravvissuti sono sempre meno, anche in Italia si continua a ricordare e Bologna organizza la Cerimonia delle Lanterne Giapponesi

di Redazione

Sono passati settant’anni dall’attacco nucleare del Giappone, quando, sul finire della seconda guerra mondiale, il 6 agosto e il 9 agosto del 1945 gli Stati Uniti sganciarono due bombe nucleari, radendo al suolo le città di Hiroshima e Nagasaki e uccidendo oltre 450mila persone, la maggior parte civili.

E’ per ricordare l’atrocità e la devastazione della bomba nucleare, che a Bologna, nel Parco del Cavaticcio, verrà organizzata la Cerimonia delle Lanterne giapponesi, dove, a fronte di una piccola donazione, chiunque potrà ricevere una lanterna di carta da riporre in acqua, che potrà personalizzare con disegni, pensieri o preghiere.

Nel corso della serata, grazie alla collaborazione di Emilia Romagna Teatro Fondazione, sarà inoltre rappresentato lo spettacolo Scene da una “rivoluzione (pochissimo) controllata”. Ascesa, folies e caduta del Grande Giappone, un percorso che connette le avventure belliche giapponesi dai primi anni del 900 alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la cui regia sarà di Claudio Longhi.

L'intero ricavato della serata, che sarà ad ingresso libero, sarà devoluto in parti uguali a favore di due distinti progetti di solidarietà. Una parte andrà a sostegno della scuola elementare giapponese Watanoha” di Ishinomaki, colpita dallo tsunami del marzo 2011, l'altra sarà invece devoluta a favore del Comune di Novi di Modena, coinvolto nel terremoto del maggio 2012, per l'allestimento di un parco giochi in costruzione nell'area in cui, prima del sisma, sorgeva una scuola elementare.

Appena il mese scorso, a settant’anni dalla tragedia, l’età media dei 183mila sopravvissuti all’attacco ha oltrepassato gli 80 anni, molte di queste persone hanno dedicato la vita a rendersi testimoni degli orrori della guerra e delle armi nucleari e, oggi più che mai, sottolineano l’importanza di continuare a ricordare.

“Non sarò qui tra 10 o 15 anni, la domanda che stiamo facendo è chiedere come continuare a mandare avanti il nostro messaggio,” ha spiegato al Guardian Hiroko Hatakeya che, nell’agosto del 1945 aveva solo 6 anni. “Ho a malapena l’energia di portare avanti la mia campagna in questi giorni e non ho più paura di morire. Allo stesso tempo però capisco che è nostra responsabilità di sopravvissuti andare avanti il più a lungo possibile, per onorare la memoria di chi non è più con noi.”


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