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Zuckerberg rompe il tabù sull’aborto spontaneo: “bisogna parlarne”

In un post condiviso un milione e mezzo di volte, Mark Zuckerberg annuncia l’attesissima gravidanza della moglie, raccontando di avere avuto tre aborti spontanei e spiegando perché è importante condividere queste storie così personali, anche per i papà

di Ottavia Spaggiari

Mark Zuckerberg, ha annunciato (neanche a dirlo) su Facebook che lui e la moglie, Priscilla, sono in dolce attesa di una bambina. Un post felicissimo, che ha raccolto 1 milione e mezzo di like, ma che non ha risparmiato la condivisione di un percorso molto personale e difficile: “Vogliamo condividere la nostra esperienza. Abbiamo provato ad avere un bambino per un paio di anni e abbiamo avuto tre aborti spontanei.” Ha scritto Zuckerberg. “Ti senti così speranzoso quando sai che avrai un bambino. Inizi a immaginare come diventerà e sogni il suo futuro. Inizi a fare dei piani e poi, ad un tratto, tutto scompare. E’ un’esperienza solitaria. La maggior parte delle persone non parla di queste cose. Hai paura che i tuoi problemi ti isolino o che gli altri abbiano una pecerzione negativa di te, come se fossi difettoso o avessi fatto qualcosa che abbia causato questa perdita. Così affronti tutto da solo. Nel mondo aperto e connesso di oggi però, parlare di questi temi non ci divide, anzi ci rende più vicini. Crea comprensione e tolleranza e ci dà speranza. Quando abbiamo iniziato a parlare coi nostri amici, abbiamo realizzato quanto questa cosa fosse frequente e che molte altre persone avevano avuto problemi simili e che quasi tutti, dopo hanno avuto dei bambini sani. Speriamo che condividere la nostra esperienza possa dare ad altri la stessa speranza che abbiamo noi e che aiuti altre persone ad aprirsi.”

Il post di Zuckerberg ha raccolto oltre 106mila commenti e diverse testate hanno salutato il messaggio, come il desiderio di rompere un tabù e di legittimare e coinvolgere anche i padri nell’elaborazione del lutto di un aborto spontaneo.

“Ognuno gestisce la sofferenza a modo proprio, ma rispetto e apprezzo la volontà di Zuckerberg di parlare delle proprie difficoltà e del proprio dolore che, potenzialmente potrebbe aiutare altri nella stessa situazione.” Ha scritto su Time Magazine Aaron Gouveia, giornalista e blogger, “Più uomini coinvolgiamo nel dialogo su questo tipo di temi, meglio è. Da un papà ad un altro, grazie Mark.”

Foto: Josh Edelson, AFP/Getty Images


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