Politica & Istituzioni

Sergi: «Il direttore dell’Agenzia per la cooperazione sia il migliore»

Il presidente emerito Intersos interviene sulla selezione delle candidature da parte del Ministero e sui requisti che la commissione giudicatrice ha stabilito come prioritari: «Auspichiamo trasparenza dall’inizio alla fine e alte capacità e qualità del candidato che sarà scelto».

di Nino Sergi

Dopo la pubblicazione del decreto 22.07.2015, n. 113 che definisce lo statuto dell’Agenzia per la cooperazione allo sviluppo, l’avviso per la selezione delle candidature ai fini della nomina del direttore è uscito in Gazzetta Ufficiale il 7 luglio scorso e può essere letto integralmente nel sito.

L’avviso è molto chiaro ma tale sito “richiama l’attenzione degli aspiranti candidati sul rispetto delle disposizioni … in tema di requisiti di partecipazione e modalità di presentazione delle candidature previsti, a pena di esclusione dalla procedura selettiva”. Giustamente, data l’epidemia degli errori formali esistente nel nostro paese. Il termine per la presentazione delle domande scade il 14 settembre alle ore 12.00.

I compiti del direttore sono indicati nell’art. 17 della legge 125/2014 e sono sintetizzati nell’avviso pubblico:

– rappresenta e dirige l’Agenzia;

– propone all’approvazione del Ministro (Maeci) i regolamenti interni di organizzazione e di contabilità dell’Agenzia;

– assicura la coerenza delle attività dell’Agenzia con gli obiettivi stabiliti in base alla legislazione vigente e alla convenzione che egli stipula periodicamente con il Maeci;

– predispone il bilancio preventivo ed il conto consuntivo, adotta gli atti di gestione necessari per il conseguimento degli obiettivi dell’Agenzia ed esercita i relativi poteri di spesa;

– cura le relazioni sindacali e l’impiego del personale, assegnando gli obiettivi da perseguire e attribuendo le necessarie risorse finanziarie, umane e strumentali ai capi degli uffici e delle sedi all’estero.

Il candidato che sarà prescelto dovrà essere “in possesso di particolare e comprovata qualificazione professionale ed esperienza in materia di cooperazione allo sviluppo”. A questo fine – si legge nell’avviso – si richiede, tra l’altro, il requisito di almeno 10 anni di documentata esperienza lavorativa post laurea, dei quali: almeno 3 di attività nel settore della cooperazione allo sviluppo (senza indicare se direttamente o indirettamente); almeno 5 anni di copertura di funzioni dirigenziali o manageriali con diretta responsabilità di gestione di risorse umane e finanziarie, che possono riferirsi anche ai medesimi periodi lavorativi.

Questo punto lascia perplessi e pone un giustificato interrogativo. Come conciliare la “particolare e comprovata qualificazione professionale ed esperienza in materia di cooperazione allo sviluppo” con il requisito di soli “tre anni di attività nel settore della cooperazione allo sviluppo”? Ho potuto verificare e mi sono fatto la convinzione che nel Maeci c’è stato un eccesso di volontà di apertura e di stimolo a presentare domande, senza troppo valutare la contraddizione tra alta qualità e minimi requisiti.

Le candidature saranno comunque esaminate dalla commissione giudicatrice che, nella sua autonomia e con la qualità e autorevolezza dei suoi membri, valuterà i titoli e redigerà l’elenco dei candidati idonei all’ammissione a un colloquio. Nel corso del colloquio saranno valutate le competenze in relazione allo svolgimento dell’incarico, anche sulla base di un’illustrazione di linee programmatiche da loro elaborate, e la conoscenza delle lingue. Data, ora e luogo del colloquio saranno indicati sul sito del Maeci insieme all’elenco dei candidati idonei che sarà reso pubblico entro due giorni. In fatto di trasparenza, nulla da dire.

Al termine del colloquio, la commissione esprimerà un giudizio complessivo su ciascun candidato, sulla cui base formulerà al Ministro una motivata proposta con almeno 3 e non oltre 5 nominativi, indicando le caratteristiche professionali salienti, accertate per ciascuno dei candidati. Spetterà poi al “Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale” – come recita il comma 5 dell’art. 17 della legge – nominare il direttore. Il migliore tra tutti i candidati.

Tutti gli occhi saranno puntati sulla commissione giudicatrice, sul ministro Gentiloni e sul Presidente Renzi. Trasparenza dall’inizio alla fine e alte capacità e qualità del candidato che sarà scelto.

Ora, l’invito è ai tanti soggetti italiani – in Italia e nelle istituzioni pubbliche e private europee, regionali e internazionali – che conoscono la cooperazione allo sviluppo e gli interventi umanitari, i relativi contesti, gli organismi e i meccanismi internazionali, che hanno capacità manageriali e di relazioni umane, capacità di attrarre nuove risorse, voglia di impegnarsi a fondo per una qualificata cooperazione italiana in una fase storica in cui essa è divenuta molto più importante che nel passato: presentate la vostra candidatura.

Nino Sergi, presidente emerito Intersos


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