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Un modello contro l’azzardo: 24 comuni pavesi si uniscono per capire e per agire

Individuare i "luoghi sensibilI", capire quanti locali, di quale tipologia commerciale e con quale flusso di utenti "ospitano" macchinette, creare un database condiviso che consenta agli amministratori locali di agire in sinergia, senza ripartire sempre da zero. Laboratori nelle scuole e studio dello stile di vita giovanile. Sembrano cose da poco, ma è il primo passo per assumere decisioni coerenti

di Redazione

La mappa, si diceva un tempo, non è il territorio. Con mappe vecchie non solo si rischia di perdersi ma anche di inciampare o, peggio, di far inciampare gli altri. E alla lunga si finisce per non capire nemmeno in che territorio si abita

Succede a molti decisori romani che, parlando e riparlando, di territorio e azzardo non si dotano – o, in certi casi, non vogliono dotarsi – delle mappe attuali, concrete, necessarie non solo per "capire" (e già sarebbe molto), ma anche per "agire".

Non tutti, però, sono su questa lunghezza d'onda. Che è poi la lunghezza d'onda del Dipartimento delle Politiche antidroga che, nella sua recente Relazione al Parlamento, ha presentato una grottesca mappatura dell'azzardo in Italia basandosi su dati obsoleti, risalenti al 2009.

LEGGI L'azzardo del Dipartimento delle Politiche antidroga: numeri vecchi, non fanno buon brodo

Mentre a Roma i soliti chierichetti si dimenano mendicando un posto nell'ennesimo, inutile osservatorio sul gioco d'azzardo, ci sono amministratori locali che proprio sui territori, là dove non si può sfuggire alla prova dei fatti, non ci stanno e le mappe cominciano a farsele da sé.

Nell'alto pavese, in particolare nel Distretto della Certosa che raggruppa 24 comuni e un bacino di 74mila abitanti, si è deciso di passare all'atto, anche grazie ai finanziamenti messi a disposizione dalla normativa no slot della regione lombardia.

Il distretto ha così deciso di lanciare un progetto, coordinato da Simone Feder del Movimento No Slot, per individuare i "luoghi sensibilI", capire quanti locali, di quale tipologia commerciale e con quale flusso di utenti "ospitano" macchinette, creare un database condiviso che consenta agli amministratori locali di agire in sinergia, senza ripartire sempre da zero.

La ricerca di Feder continua un percorso di mappatura del territorio pavese che, lo scorso anno, in quel di Vigevano aveva dato risultati allarmanti:

Il 43% degli studenti, in quell'occasione, ha affermato di aver giocato con gratta e vinci, 20% alle scommesse, il 10% alle slot, l’8% su Internet Hanno giocato più i maschi ed i minorenni. Questa la preferenza accordata alle varie tipologie di gioco: Gratta e vinci il 63% è di sesso maschile, il 78% è minorenne. Scommesse l’88% è di sesso maschile, il 66% è minorenne. Slot il 74% è di sesso maschile, il 63% minorenne. Internet, l’90% è di sesso maschile, il 70% è minorenne. Giocano alle slot maggiormente i figli di divorziati e conviventi.

Molti e di lungo periodo sono gli obiettivi di questo importante progetto. Giovani e anziani, innanzi tutto, saranno i soggetti studiati. Ma ai giovani, come ci ricorda il dottor Massimiliano Brambilla, Presidente dell'assemblea dei sindaci del Distretto territoriale, sarà affidato un compito chiaro: l'informazione dovrà "formali", e questa "formazione" inevitabilmente non potrà che avere riflessi positivi su tutta la cittadinanza.

"Abbiamo la percezione – precisa il presidente del Distretto – che ciascun territorio abbia la necessità di avere il polso della situazione su questo fenomeno. Dovremmo migliorare e amplificare l'informazione, partendo dai ragazzi e, da lì, crediamo che i ragazzi potranno portare questa informazione nelle famiglie".

L'informazione non può più essere delegata a lezioni frontali o a banali – e costose – dimostrazioni di "come si gioca responsabilmente", magari usando qualche trucchetto matematico. Il problema è più complesso e ogni persona non può né deve essere considerata un soggetto passivo di questa informazione,. Al contrario, ogni cittadino deve essere chiamato a far parte attivo di un processo di informazione e di critica necessaria per la crescita e la tutela delle reti sociali e di comunità. Quelle reti sociali e di comunità che l'azzardo legale ha aggredito come e forse più di altre dipendenze.

Laboratori di decostruzione del messaggio pubblicitario dell'azzardo saranno inoltre curati dal regista Giorgio Magarò in 25 scuole medie del distretto e studio dello stile di vita giovanile su tutti i giovani dell'area.

Al progetto, si affiancheranno corsi di formazione mirati e "deburocratizzati" (non semplici scartoffie o diplomini, ma "cassatte degli attrezzi") per tutti gli operatori pubblici e privati, per i volontari e le associazioni interessati e a dar corso a modelli di intervento (gruppi di autoaiuto, gruppi di ascolto, etc.) praticaticabili sul territorio e che diano un risultato concreto.

Le chiacchiere e le bandierine non servono più.


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