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“Siamo noi” di Tv2000 si fa in tre

La programmazione riparte il 28 settembre. Allo spazio di approfondimento saranno affiancati l'attualità quotidfiana e l'albero “L’albero del bene comune”. Dario Quarta, firma del programma, sottolinea «vogliamo continuare a raccontare la cittadinanza attiva che sta ricostruendo il Paese»

di Lorenzo Maria Alvaro

“Siamo Noi”, il programma pomeridiano di Tv2000, torna il 28 settembre per «continuare a raccontare l’Italia che non si arrende, crede nelle relazioni, promuove la solidarietà, crea soluzioni, condivide conoscenze, costruisce angoli di futuro». Ma non si limita a ripetersi. Vuole rilanciare. Per questo il programma si è fatto in tre. Allo spazio dedicato all’approfondimento, “Siamo Noi” aggiunge da quest’anno quello dedicato all’attualità quotidiana e un terzo che si chiamerà “L’albero del bene comune”, la nuova rubrica che permetterà di conoscere meglio i protagonisti di quel cambiamento positivo che attraversa i piccoli comuni, apre nuove prospettive di comunità nelle grandi città, riscrive i processi di costruzione del lavoro, punta alla sostenibilità ambientale. Ideato da Alessandro Sortino, condotto da Gabriella Facondo e Massimiliano Niccoli, il programma è firmato da Dario Quarta che Vita.it ha intervistato per capire cosa ci aspetta l'anno che verrà.

La nuova stagione di “Siamo noi” riparte con la stessa prerogativa? Raccontare anche quello che in Italia funziona?
Si, l'obbiettivo rimane lo stesso da cui siamo partiti. Affrontare i problemi del Paese analizzandone le cause e le origini ma provando anche a raccontare ciò che di buono sta succedendo. C'è una realtà, un movimento spontaneo, un desiderio delle persone di migliorare questo Paese, di ricostruire, che va raccontato. Storie che devono essere a disposizione di tutti perché diventino buone pratiche replicabili. Un racconto del possibile e della volontà. Questo rimane l'obbiettivo principale.

Avete in programma delle novità, di cosa si tratta?
Siccome pensiamo che questo movimento di cittadinanza attiva stia crescendo, lo dicono i numeri, ci sembra che “Siamo noi” stia diventando un'espressione che rappresenta il desiderio di partecipazione. Basti pensare alle tante iniziative della società civile che hanno avuto in queste due parole il proprio senso. A partire da quella lanciata da Gassman a Roma che si chiamava proprio #Romasonoio. Così abbiamo voluto dare al programma una forma diversa per movimentare la trasmissione. Lo abbiamo fatto con due nuove proposte. Al tradizionale tavolo rotondo dell'approfondimento pomeridiano si affiancherà un momento di confronto sulla cronaca quotidiana. Tra i titoli del giorno la redazione sceglierà il tema sul quale aprire una riflessione pacata, lontana dalle contrapposizioni ideologiche, capace di offrire ai telespettatore chiavi di lettura, diverse ed originali, delle trasformazioni sociali in corso. In più abbiamo deciso di dare dei volti a chi fa buone pratiche. Per questo nasce la nuova rubrica “L’albero del bene comune” che permetterà di conoscere meglio i protagonisti di quel cambiamento positivo che attraversa i piccoli comuni, apre nuove prospettive di comunità nelle grandi città, riscrive i processi di costruzione del lavoro, punta alla sostenibilità ambientale. Ogni giorno “Siamo Noi” accoglierà, infatti, il racconto di un uomo o di una donna che sta costruendo “bene comune” nel nostro Paese. La persona, a seconda del giorno, sarà scelta da un mondo diverso: il lunedì in ambito ecclesiale, il martedì nel mondo dell’impresa, il mercoledì in quello della pubblica amministrazione, il giovedì nel settore ambientale. Mentre il venerdì, senza distinzione di contesto, verrà riservato ad un “costruttore di bene comune” segnalato dai telespettatori.

I numeri 2014 del programma parlano di 165 puntate con oltre 2.000 persone ospitate, 500 servizi realizzati 70 testimonianze raccolte con collegamenti in diretta…
Una mole di lavoro pazzesca. Con il nuovo format lo razionalizziamo. In qualche modo è la dimostrazione che l'idea che abbiamo del Paese esiste. Non abbiamo mai avuto il problema di trovare storie. Davvero il Paese sta costruendo pezzi di futuro.

Anche il coinvolgimento del pubblico sarà un capitolo cui cui avete intenzione di investire. Perché?
Vogliamo davvero provare a costruire con i telespettatori alcuni spazi di coinvolgimento. Abbiamo chiesto il loro aiuto, in termini economici e di sostegno, a persone in difficoltà. La risposta è stata incredibile. Vogliamo usare la televisione nel modo migliore, per cercare di creare rete e prossimità. Anche attraverso i social network.


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