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Cooperazione & Relazioni internazionali

Gli Usa sospendono due esecuzioni capitali

Due sentenze di pena di morte, che dovevano essere eseguite fra ieri e oggi, sono state sospese in Virginia e in Oklahoma. Il rinvio è di poche ore in un caso, di 37 giorni nell'altro. Sotto accusa i farmaci utilizzati. Ma forse negli Usa il dibattito si sta riaprendo. Effetto Francesco?

di Redazione

Dopo l’esecuzione di Kelly Gissendaner ieri notte, negli Stati Uniti sono state temporaneamente sospese due altre esecuzioni. Ieri la governatrice dell'Oklahoma, Mary Fallin, ha sospeso all'ultimo momento la preparazione dell'esecuzione di Richard Glossip, 52 anni, che si è sempre proclamato innocente, spostando la data dell’esecuzione al 6 novembre. Questa notte invece in Virginia l’esecuzione di Alfredo Prieto, 49 anni, responsabile di più omicidi, è stata rinviata per ascoltare i dubbi sul pentobarbital acquistato in Texas, uno dei farmaci che dovrebbe essere usato per l’iniezione letale: se la sostanza risulterà utilizzabile, l’esecuzione avverrà nel pomeriggio del 1 ottobre.

Per la Comunità di Sant’Egidio «l’appello del Papa contro la pena di morte negli Usa sembra iniziare a dare i suoi frutti», mentre per Mondo e Missione «l’effetto delle parole di Francesco non va sopravvalutato: la questione dei farmaci utilizzati nelle iniezioni letali è un tema aperto da mesi negli Stati Uniti e solo un pronunciamento della Corte Suprema a Washington nel mese di giugno aveva aperto la strada alle nuove esecuzioni. Ma è un dato di fatto che oggi il dibattito sulla pena di morte nel Paese è riaperto. E le lettere personali inviate da Francesco sui casi specifici hanno avuto un loro peso».


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