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Cooperazione & Relazioni internazionali

Yemen: più vittime civili che in Siria nel 2015

Dalla fine di marzo, nello Yemen sono morti almeno 2500 civili, l’86 per cento delle vittime totali, tra cui più di 500 bambini, e il conflitto ha portato almeno 2,3 milioni di persone ad abbandonare le proprie case.

di Donata Columbro

È la denuncia di un gruppo di ong e associazioni per i diritti umani, tra cui Oxfam, Consiglio Norvegese per i Rifugiati, Save the Children, Action Contre La Faim e altre sette agenzie umanitarie, con una lettera inviata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per chiedere il cessate il fuoco e l’avvio di un processo di pace nello Yemen.

La guerra nello Yemen colpisce soprattutto i civili: secondo l’ong britannica Action on Armed Violence (AOAV), che pubblica un report mensile sulle vittime – morti e feriti – di violenza nel mondo, lo Yemen è stato il paese con il maggior numero di attacchi violenti contro i civili tra gennaio e luglio del 2015, ancora più che la Siria:

Cosa succede nello Yemen

Lo scorso gennaio un colpo di stato ha destituito il presidente Abed Rabbo Mansour Hadi, ora in esilio nella capitale dell’Arabia Saudita, Riyad.

Nel mese di marzo sono cominciati i bombardamenti di una coalizione di paesi del golfo guidati dall’Arabia Saudita contro i luoghi controllati dai ribelli houthi, sostenuti dall’Iran e attivi nel paese dal 2004. La coalizione saudita intende cacciare gli houthi da Sanaa e ristabilire Hadi alla guida dello stato.

Le Nazioni Unite hanno classificato la guerra in Yemen come crisi umanitaria di terzo livello, al pari di quella siriana, con oltre due milioni di profughi in fuga dal paese.

La crisi umanitaria

Almeno 15 milioni di persone su una popolazione di 26 milioni non hanno accesso alle cure sanitarie, e quattro yemeniti su cinque hanno bisogno di aiuti umanitari, secondo le Nazioni Unite. Le ong denunciano che nel mese di settembre, solo l'1 per cento del fabbisogno di carburante è riuscito a entrare nel paese, toccando il livello più basso dal mese di aprile.

Migliaia di civili a Taiz, terza città più grande del Paese, sono a corto di acqua, cibo e forniture mediche mentre i gruppi armati stringono il loro controllo sulla città e impediscono l’ingresso degli aiuti.

Sono almeno 97mila i casi di malnutrizione grave tra i bambini, altri 3,8 milioni hanno ricveuto assistenza con cibo e medicine, così come 933mila donne in gravidanza.

"La crisi umanitaria in Yemen ha raggiunto un livello estremo con i civili che pagano un prezzo molto alto”, commenta Gabriella Waaijman, direttrice regionale per il Corno d'Africa e lo Yemen del Consiglio Norvegese per i Rifugiati. “È urgente che tutte le parti consentano agli aiuti di raggiungere le persone in stato di bisogno e che il Consiglio di Sicurezza spinga le parti al rispetto di quest’obbligo fondamentale del diritto internazionale".

Alla data del 10 settembre 2015 l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati ha registrato 2204 morti e 4711 feriti tra i civili, l’86 per cento delle vittime totali. Secondo l’ultimo rapporto dell’ong Action on Armed Violence il 60 per cento delle vittime si deve ai bombardamenti aerei, il 23 per cento da esplosioni provocate da lancio di missili di terra, il 17 per cento da esplosioni di ordigni improvvisati. Gli attacchi hanno colpito soprattutto la regione di Sanaa, la capitale, e la costa occidentale del paese, sul mar Rosso, dove sono più attivi i ribelli houthi.

Negli ultimi sei mesi, è più che raddoppiato il numero di bambini che non vanno a scuola. I bombardamenti e i missili peggiorano la crisi, non solo per le vittime provocate, ma anche per la distruzione di edifici privati e pubblici. Una scuola su 4 ha chiuso mentre la parte restante è stata danneggiata o è diventata un rifugio per gli sfollati.
“Abbiamo già assistito a un aumento del 150 per cento dei casi di malnutrizione grave tra marzo e agosto”, denunciano le ong nella lettera aperta inviata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, quindi a meno che non si riesca a fare entrare immediatamente più aiuti, migliaia di bambini potrebbero morire".


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