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Verso una Carta delle Case delle Associazioni e del volontariato

In Italia sono 30 e in città come Torino e Milano hanno più sedi nelle zone di decentramento. Tra gli obiettivi essere sempre più strumento di partecipazione dei cittadini per la cura dei Beni comuni

di Redazione

A Milano e Torino sono presenti nelle zone di decentramento, in tutta Italia grazie a una prima mappatura se ne contano 30. Sono le Case delle Associazioni e del Volontariato che possono vantare una storia quasi ventennale. La prima è stata aperta nel 1996 a Sesto Calende in provincia di Varese e ancora oggi se ne stanno aprendo di nuove come a Sesto San Giovanni e Milano. Nella città di Milano al momento sono presenti nelle diverse Zone sei case, a Torino si chiamano Case del Quartiere e sono nove.

Esperienze che si sono incontrate e confrontate nel corso di un incontro promosso da Comune di Milano, Forum del Terzo Settore Nazionale, Forum Terzo Settore Città di Milano, Fondazione Cascina Triulza, CSVnet e Ciessevi, al termine del quale è stato siglato il documento “Verso la Carta delle Case delle Associazioni e del Volontariato per la cura dei Beni Comuni” che contiene prospettive di sviluppo per una partecipazione attiva dei cittadini. La Carta inoltre raccoglie gli esiti della giornata di lavoro ed esprime l'impegno dei partecipanti a collaborare nella cura dei beni comuni, materiali e immateriali, di cui le città dispongono, attraverso i progetti delle Case delle Associazioni.

Delle 30 Case delle Associazioni e del Volontariato in Italia contattate – fanno sapere gli organizzatori dell'incontro – hanno risposto in 17 compilando la Carta d’identità della Casa: Borgomanero (BO). Brescia, Carpi, Cesena, Forlì, Gela, L’Aquila, Mestre, Milano, Monza, Piacenza, Predosa (BO), Potenza, Ravenna, Rimini, Sesto Calende (VA), Zola.

Il numero di associazioni che partecipa alla vita della Casa va da un minimo di 8 (Borgomanero) ad un massimo di 577 (Torino). Quasi tutte le Case si avvalgono di una struttura di proprietà del Comune in centro città con accesso diretto dalla strada. Molte inoltre dispongono di un sito internet dedicato. Quasi tutte collaborano con il Centro Servizi per il Volontariato di riferimento.

Nel documento si sono sottolineati i punti di forza delle diverse esperienza che vanno dal fatto di essere gestite da associazioni di secondo livello a quello di essere luoghi in cui le associazioni offrono servizi ai cittadini, diventando così punti di riferimento non solo per le organizzazioni ma anche per la cittadinanza. Tra le prospettive di sviluppo, soprattutto nell’ottica della cura dei beni comuni vi sono dei servizi innovati da mettere a disposizione in particolare delle richieste spontanee di volontariato che provengono dai cittadini che, meno interessati al volontariato di tipo associativo o strutturato, sono più interessati a esperienze di cittadinanza attiva. Inoltre una prospettiva è la costruzione di una rete nazionale delle Case delle Associazioni e del Volontariato.

In apertura foto by Getty Images


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