Sanità & Ricerca

Carne e tumori: scienza o ideologia?

La ricerca dell'OMS, che indica il rischio di contrarre il carcinoma del colon-retto da parte dei consumatori di carni rosse e lavorate, è verità scientifica o risposta ad interessi di parte?

di Raffaele Castagna

Il sole fa male, come tutto quello che faceva bene prima: il sole, il latte, la carne, l’università

Woody Allen, “Io e Annie” – 1977)

“Come posso fare a meno di vedere quel che ho dinanzi agli occhi? Due e due fanno quattro!”. “Qualche volta, Winston. Qualche volta fanno cinque. Qualche volta fanno tre. Qualche volta fanno quattro e cinque e tre nello stesso tempo. Devi sforzarti di più. Non è facile recuperare il senno”

George Orwell, “1984”

Le medicine e le effimere specialità farmaceutiche hanno provato la loro inefficacia, tanto che il consiglio dell'ordine dei medici in Italia ha all’uopo richiamato tutti i medici proclamando ancora una volta la necessità di sottrarre alla “speculazione” privata l’industria e il commercio dei medicinali […] è però necessario cercare un altro mezzo per riconquistare la salute perduta. L’elettricità, ecco l’unico rimedio per riparare all’indebolimento dell’organismo umano

Domenica del Corriere”, supplemento illustrato al Corriere della Sera, inverno 1916

Una commedia, un classico della letteratura distopica e una pubblicità. Queste tre citazioni, apparentemente sconnesse, ci dicono la stessa cosa: quello che ci sembra oggettivo e “scientifico” sotto sotto potrebbe non esserlo. E ce ne dicono un’altra: dietro alle nostre convinzioni di validità oggettiva e scientifica ci può essere – per fortuna non sempre è così – una qualche forma di potere.

Attenzione, qui non si intende screditare in toto la scienza o gridare al complotto, ma solo rendersi conto che alcune grandi verità che siamo convinti di possedere e comprendere appieno sono molto più fragili di quanto non sembri. E quest’aspetto fa comodo a molti. Nessuna Spectre, nessun estremismo relativista, ma solo il sospetto che dietro a certi proclami dichiarati da comunità scientifiche e strombazzati a destra e a manca dai media di turno, ci sia qualcuno che si sfrega le mani.

L’interesse può essere politico, economico o puramente ideologico. L’arma è sempre la stessa: la dimostrazione scientifica. Che poi, a ben pensarci, non dimostra alcunché ma asserisce, diventando l’unico vero dogma al quale siamo disposti a credere perché per noi “scienza” corrisponde a “verità”. Un dogma mutevole, ma di questo non ci si accorge quasi mai.

Prendiamo il caso dell’allarme lanciato lunedì 26 ottobre dall’OMS sulla carne lavorata e le carni rosse. A quanto risulta, l’Organizzazione ha dichiarato nel documento di sintesi dello studio di avere “prove sufficienti” che il consumo di carne lavorata causi il carcinoma colon-retto. Per poi aggiungere, sempre all’interno dello stesso documento, che un consumo giornaliero di 50 grammi di carni lavorate può aumentare il rischio di contrarre un tumore al colon-retto del 18%.

Sorvoliamo sul fatto che la “prova di un rischio” è al limite della contraddizione in termini. Certo, si può provare l’aumento di un rischio, ma ciò rende l’accezione del termine “prova” ben lontana dall’idea che solitamente se ne ha.

Il punto più critico è il valore aggiunto che quest’informazione dà: un consumo di 50 grammi di carne giornaliero può far male. Grazie. Sulla bontà del variare la dieta s’era già espresso Ippocrate circa 2300 anni fa. Vogliamo sperare che ricerche finanziate fior di quattrini dai contribuenti ci portino risultati più concreti e utili rispetto ai consigli della nonna. Non conosco le abitudini dietetiche dei cittadini statunitensi, mi dicono che mangino molta più carne di noi. Ma stento a credere che ingoino un paio di wurstel ogni giorno della loro vita. E se anche fosse il rischio di contrarre per questo un tumore al colon-retto sarebbe del 18%, elevato, ma pur sempre del 18%.

Qui poi verrebbe da chiedersi i criteri con i quali quest’indagine è stata condotta, ma ho paura di imbattermi in idiozie ancora più disarmanti.

È per queste notizie che il mondo è entrato in fibrillazione? Sorge allora il dubbio che l’obiettivo di tale studio e del suo impatto non sia, o non sia soltanto, la preoccupazione per la salute dei cittadini. E, ripeto, non voglio vedere per forza complotti. Semplicemente osservo quanto la pubblicazione di questo studio sia coerente con certe “mode” fino ad oggi sostenute in gran parte su un piano meramente ideologico. Il movente può essere sì economico, come ipotizzato nell’ottimo articolo di Giuseppe Marino pubblicato su “il Giornale” di oggi (Dalla carne rossa alla Moka: ecco l’industria della paura), ma anche drammaticamente “retorico”.

Nell’orribile film Noah, di Darren Aronofsky, i “cattivi” figli di Caino vengono dipinti come fieri mangiatori di carne, mentre i “buoni” professano il vegetarianismo. Non è che uno dei numerosissimi esempi del martellamento buonista-retorico-animalista cui siamo sottoposti.

Messaggini moralisti di questo tipo passano apparentemente in secondo piano, ma la loro ripetizione costante va a fornire i mattoni per la forma mentis dell’“uomo che verrà”.

Un meccanismo non molto diverso dalla pubblicità “anti farmaci” sopra riportata, quella del 1916, in piena Guerra Mondiale.

Credere che la scienza sia esente da questo meccanismo è pura ingenuità. Ricordo che le pubblicazioni scientifiche non si scrivono da sole, ci sono dietro esseri umani con le loro rispettive convinzioni (l’esperienza del nazismo ci avrà pure insegnato qualcosina in merito…).

Capito dove vorrei arrivare? Non è sempre la scienza a dimostrarci come funzionano le cose, ma è spesso essa stessa a prestarsi come finto supporto a interessi di turno.

Se oggi essere vegetariani significa essere uomini migliori allora tutto convergerà a dimostrare quanto questo sia supportato da dati di fatto. Se domani indossare gli occhiali verrà eretto a nuovo comandamento non mi stupirei dell’improvviso proliferare di ricerche volte a evidenziare i danni spaventosi arrecati alle cornee dalle lenti a contatto.

La conoscenza scientifica si piega all’ideologia del partito, come l’aritmetica per lo sventurato Winston.

Da L'Informatore


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