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Caro sottosegretario, sulla sordocecità “raddoppiamo l’impegno”

L'onorevole Carrescia ha presentato un'interrogazione urgente al Governo per chiedere una modifica nel riconoscimento della sordocecità come disabilità specifica e denunciare le resistenze delle regioni nell'autorizzare trattamenti specialistici fuori regione. E riprendendo lo slogan di Arbore e Marcoré ha invitato il Governo a "raddoppiare l'impegno" per la disabilità

di Sara De Carli

Oltre trenta parlamentari hanno sottoscritto un’interpellanza urgente, presentata dall’onorevole Piergiorgio Carrescia, sul riconoscimento dello status di sordocieco e la piena attuazione della legge n. 107 del 2010. La legge 107 riconosce la sordocecità quale disabilità distinta e specifica, una cosa diversa dalla somma di sordità e cecità, che comporta difficoltà nell'accesso all'informazione, alla comunicazione e alla mobilità e che per questo riconosce alle persone sordocieche il sostegno da parte di persone provviste di conoscenze specialistiche. L’interpellanza, discussa alla Camera il 27 novembre, ha messo in evidenza tre criticità collegate a quella legge, che pure è un passaggio fondamentale.

Il primo problema è che malgrado l'articolo 1 della legge riconosca la sordocecità come «disabilità specifica unica», l'articolo 2 definisce come sordocieche le persone «cui siano distintamente riconosciute entrambe le minorazioni, sulla base della legislazione vigente, in materia di sordità civile e cecità civile». Il riconoscimento della sordocecità quindi avviene ancora come sommatoria di due distinte minorazioni. Per di più in questo modo una parte di persone vengono escluse: la legge n. 381 del 1970 considera sorde esclusivamente le persone con una minorazione congenita o acquisita durante l'età evolutiva, tale da aver compromesso il normale apprendimento del linguaggio parlato. Alla luce di questa definizione, non sono considerate sordocieche le persone che, pur essendo non vedenti, siano diventate sorde dopo il dodicesimo anno d'età.

Un secondo problema è collegato alle procedure per l'accertamento della sordocecità, demandato alla commissione medica dell'azienda sanitaria locale competente territorialmente. Nell’agosto 2010, subito dopo l’approvazione della legge 107, l'INPS rese noto che erano in corso le necessarie modifiche alla procedura telematica, al fine di consentire alle persone sordocieche la presentazione on-line delle domande di accertamento dello stato invalidante: sono passati cinque anni ma la modulistica necessaria ancora non c’è.

Il terzo tema è quello del diritto delle persone sordocieche a ricevere trattamenti appropriati, anche in una regione che non è quella di residenza: è evidente infatti che queste persone necessitano di trattamenti che assicurino standard qualitativi appropriati, e che queste competenze, non essendo la sordocecità statisticamente così diffusa, si sono concentrate presso enti specializzati che hanno istituito centri di eccellenza nei trattamenti sanitari, residenziali e sociosanitari in favore delle persone sordocieche, prima su tutte la Lega del Filo d’Oro, che con i suoi cinque centri e tre sedi territoriali da oltre 50 anni affianca le persone sordocieche per dare loro un futuro più dignitoso e migliori opportunità di vita. «Gli utenti e le famiglie sperimentano difficoltà crescenti qualora si renda necessario accedere ai servizi erogati da un altro servizio sanitario regionale», denuncia l’interrogazione. «Da una parte si riscontrano, anche in pazienti di minore età, resistenze da parte delle aziende sanitarie locali nel rilascio delle impegnative di ricovero in centri situati in regioni diverse da quella di residenza. Dall'altra, le regioni fanno spesso leva sulla propria normativa per corrispondere le rette previste per prestazioni non sempre assimilabili ai trattamenti specifici erogati in centri di eccellenza in regime di mobilità».

Ed ecco le risposte del Governo, fornite dal sottosegretario alla salute Vito De Filippo: sul primo tema, il sottosegretario ha garantito una maggior attenzione ai diritti delle persone sordocieche da parte dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, che verso i diritti delle persone sordocieche, che tra i suoi gruppi di lavoro ha anche quello per il «riconoscimento della condizione di disabilità e valutazione multidimensionale finalizzata a sostenere il sistema di accesso e di progettazione personalizzata». Sul secondo problema, il sottosegretario ha annunciato che «entro la fine dell'anno la nuova procedura sarà operativa». L’INPS infatti ha reso noto di aver definito un'apposita implementazione delle procedure per la gestione dell'accertamento dell'invalidità civile per le persone sordocieche, che consentirà al medico certificatore di indicare direttamente nel certificato medico introduttivo la presenza della doppia minorazione: sarà quindi possibile per la Commissione medico-legale assicurare un'unica convocazione, garantendo la presenza dei due specialisti e la conseguente stesura di un verbale ad hoc. Più sfuggente invece la risposta sull’ultimo punto: «al Ministero della Salute non risulta che si siano verificati casi di rifiuto nell'autorizzazione delle cure da parte delle aziende sanitarie nel nostro Paese».

Bella la replica dell'onorevole Carrescia: «Segnalo che i casi di sordocecità sono molto più diffusi di quello che si pensi e che nella maggior parte dei casi la mancanza di vista e udito è accompagnata anche da disabilità intellettive e motorie, quindi c’è necessità di una grande attenzione per questa realtà e occorrono interventi mirati, interventi strutturati, interventi in tempi brevi. Ho citato la Lega del Filo d'Oro non a caso, perché è noto a tutti per le toccanti ed anche significative campagne di informazione e sensibilizzazione per la ricerca di fondi per autosostenersi che sta promuovendo da decenni e che stiamo vedendo in questi giorni sui media. La richiamo perché questa campagna ha due testimonial importanti, Renzo Arbore e Neri Marcorè, e ruota soprattutto intorno ad un imperativo: "raddoppiamo l'impegno". Ecco, sottosegretario, questo era anche il senso dell'interpellanza e con piacere vedo che è stato colto, è un sollecito al Governo a raddoppiare il proprio impegno verso il mondo della sordocecità, della disabilità più in generale, rimuovendo tutti quegli ostacoli che si frappongono a chi ne è colpito affinché sia chi ne è colpito che le famiglie possano vivere una vita dignitosa o comunque almeno più normale di quella di oggi».

In foto, una persona sordocieca che comunica con il Malossi