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Cittadinanzattiva firma il protocollo con il carcere di Rebibbia

L'obbiettivo è promuovere iniziative per la tutela dei diritti umani e civili e per la diffusione di una cultura alternativa alla devianza e al carcere attraverso la compagnia teatrale “Stabile assai”

di Redazione

Un impegno congiunto tra Cittadinanzattiva e Carcere di Rebibbia per promuovere, attraverso la compagnia teatrale “Stabile assai” attiva nel carcere romano da oltre 15 anni, iniziative per la tutela dei diritti umani e civili e per la diffusione di una cultura alternativa alla devianza e al carcere.

«Stiamo lavorando da anni per una struttura sempre più aperta alle realtà associative. È per noi fondamentale far emergere le buone pratiche e tutto quello che di positivo si fa all'interno del carcere, con la finalità di favorire il reinserimento e la risocializzazione dei detenuti», ha dichiarato il Direttore del penitenziario Stefano Ricca.

È questo l’obiettivo del Protocollo, firmato ieri presso l’istituto penitenziario di Roma, alla presenza di Stefano Ricca, Direttore della Casa di reclusione di Rebibbia, Antonio Gaudioso, Segretario generale di Cittadinanzattiva, Antonio Turco, responsabile attività culturali presso la Casa di Reclusione di Rebibbia e fondatore della compagnia teatrale Stabile Assai e Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i Diritti-Cittadinanzattiva.

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«Il protocollo assume un significativo valore culturale perché conferma l’importanza dei messaggi che il Teatro penitenziario può esprimere, soprattutto quando pone al centro delle rappresentazioni i detenuti e la loro capacità di rivisitare il proprio agire deviante in una azione congiunta con organismi territoriali e realtà associative in grado di promuovere la cultura dell’accoglienza e del reinserimento», ha dichiarato Antonio Turco.

L’oggetto centrale dell’accordo, si legge nel protocollo, riguarda l’impegno, da parte della Direzione della Casa di reclusione di Rebibbia, per favorire la partecipazione della Compagnia teatrale “Stabile Assai”, costituita da detenuti, operatori istituzionali e volontari, alle iniziative promosse da Cittadinanzattiva per far crescere l’attenzione collettiva per la tutela dei “diritti umani e civili” e volte a diffondere una “cultura alternativa alla devianza e al carcere come unico strumento di controllo sociale”.

«Un'iniziativa di cui siamo orgogliosi, che ci darà modo di dare vita ad un ricco ed entusiasmante percorso di collaborazione e di contribuire a favorire l'interazione ed il dialogo tra comunità e carcere», ha concluso Laura Liberto.


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