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Cooperazione & Relazioni internazionali

Rete Disarmo: bombe italiane sullo Yemen, strage di civili

L'organizzazione porta alla luce l'invio di armamenti italiani per rifornire l'aviazione saudita, che da nove mesi bombarda lo Yemen senza alcun mandato internazionale. Nel paese ci sono stati oltre 6000 morti, di cui la metà civili. «Violata la legge 185, al via una serie di mobilitazioni»

di Gabriella Meroni

L'ultimo carico di bombe è partito il 16 gennaio dall’aeroporto di Cagliari Elmas, come confermato dal deputato sardo Mauro Pili (Gruppo Misto – Unidos). Obiettivo, rifornire l’aviazione saudita che da nove mesi sta bombardando lo Yemen senza alcun mandato internazionale. E' questa la denuncia di Rete italiana per il Disarmo che, nel rinnovare l’appello al Governo a sospendere queste forniture, annuncia mobilitazioni per le prossime settimane al fine di ottenere un'applicazione rigorosa e trasparente della legge 185 del 1990 che regolamenta questa materia. Il 28 gennaio in Parlamento si svolgerà infatti una conferenza stampa per denunciare il coinvolgimento dell'Italianei bombardamenti sauditi in Yemen, bombardamenti che – sottolinea Rete Disarmo – hanno provocato migliaia di vittime anche tra i civili e tra i bambini e in aperta violazione del diritto internazionale umanitario.
«Considerate le ingenti forniture avvenute in questi mesi non è nemmeno più pensabile che si tratti di autorizzazioni rilasciate negli anni scorsi, ma è molto probabile che si tratti di nuove licenze all’esportazione rilasciate dall’attuale Governo Renzi», scrive l'organizzazione in una nota. «Per questo nel rinnovare il nostro appello al Governo a sospendere queste forniture e al Parlamento a presentare interrogazioni urgenti, annunciamo che nelle prossime settimane inizieranno da parte delle organizzazioni della nostra Rete diverse mobilitazioni ed iniziative per ottenere applicazione rigorosa e trasparente della legge 185/90 sulle esportazioni di materiali militari».
Dopo dieci mesi di ostilità la situazione in Yemen è tragica: le agenzie dell’Onu riportano più di seimila morti di cui circa la metà tra la popolazione civile (di cui 700 bambini), oltre 20mila feriti, milioni di sfollati, più metà della popolazione ridotta alla fame e definiscono la situazione come una “catastrofe umanitaria” senza precedenti. La Legge italiana (n. 185 del 1990) vieta espressamente non solo l’esportazione, ma anche il solo transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento “verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere”. (art. 1.c 6a) e “verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’articolo 11 della Costituzione” (art.1.c 6b). Ci sono state dunque violazioni della legge? Rete Disarmo ne è convinta. E finora, conclude il comunicato, le risposte giunte dall’Esecutivo sono state «evasive» (come quelle del Ministro Gentiloni in Parlamento e del sottosegretario Della Vedova a una interrogazione urgente) e «contraddittorie» (come le parole della ministro Pinotti secondo cui "l'Italia non vende bombe ai sauditi").


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