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Ecco DaeDove, l’app che salva la vita

Inventata dai volontari dell’Anpas di Verbania, mappa tutti i defribilillatori del territorio e localizza quello più vicino. Il presidente Preglisco spiega: «Le innovazioni nascono dai bisogni, soprattutto quando sono legati alla vita delle persone e spesso nascono da chi ha a che fare con i guai e finisce per inventarsi il modo per risolverli

di Rocco Bevini

Capita che all’uscita di un ristorante qualcuno possa accusare un malore e capita di aver bisogno subito di qualcuno che possa prestare soccorso prima dell’arrivo dell’ambulanza e capita che si abbia bisogno di un defibrillatore e capita che non si sappia dove sia il defibrillatore più vicino. Ecco come è nata la necessità di DaeDove l’app gratuita, per Android e iOS sviluppata dai volontari della pubblica assistenza Squadra Nautica di Salvamento Anpas di Verbania per mappare i defibrillatori presenti sul territorio. In due mesi e circa 300 ore di lavoro è nata DaeDove grazie in particolare al lavoro di Andrea Biotti, ideatore, e di Fabio Paracchini, sviluppatore (nella foto di copertina).

In Europa muoiono ogni giorno, per arresto cardiaco, l’equivalente dei passeggeri di due aerei jumbo, ogni anno 700mila persone. La Canon Business School ha stimato che in Germania il costo per il decesso da arresto cardiaco è pari a 4,3 miliardi di euro l’anno. Nove minuti è il tempo limite per portare soccorso e defibrillare.

A gennaio è stata rilasciata la versione 2.0 di DaeDove, che permette l’inserimento del posizionamento dei Dae (Defribillatore automatico esterno) da parte degli utenti in possesso dell’app, naturalmente dopo una verifica da parte degli sviluppatori per validare la reale presenza sul territorio. Il prossimo obiettivo è di migliorare ulteriormente DaeDove con una versione multilingue e appositi video tutorial.

«Le innovazioni nascono dai bisogni, soprattutto quando sono legati alla vita delle persone e spesso nascono da chi ha a che fare con i guai e finisce per inventarsi il modo per risolverli: è la storia del soccorso e del volontariato di pubblica assistenza» commenta Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. «Dentro a queste innovazioni ci sono i salvataggi, le delusioni, i dolori dei soccorsi non riusciti e di quelli riusciti, e un istante dopo ogni sconfitta o vittoria del soccorso c’è sempre stata un’innovazione per migliorarlo: un oggetto, uno strumento, un codice, un corso, un’ambulanza, una divisa».

Un altro esempio è “iFirstAid”, un’app gratuita del soccorso (per Android e iOS), creata dalla Croce Bianca di Bolzano che lo scorso anno è stata la seconda app più scaricata nella categoria sanità e benessere di AppStore Italia. Si possono vedere le manovre di primo soccorso più impor- tanti suddivise per tipologia di paziente: adulto, bambino e lattante. L’app è gratuita e multilingue ed è stata finanziata con i proventi del 5 per mille, i contenuti corrispondono alle linee guida della Società Italiana di Pronto soccorso Italian Resuscitation Council (Irc).

«Al di là degli strumenti o delle app resta fondamentale sapere cosa fare in emergenza: per questo consigliamo di frequentare i corsi di formazione organizzati dai volontari delle pubbliche assistenze in tutta Italia ogni mese», conclude Pregliasco.


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