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Ancora due vittime sul lavoro a Bergamo e Brescia

L'Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi si stringe ai familiare dei morti a causa di due incidenti sul lavoro e chiede che il loro sacrificio non sia vano

di Redazione

«Apprendo con tristezza e indignazione la tragica perdita di due vite a distanza di poche ore nelle Provincie di Bergamo e Brescia e, a nome di tutta l’Anmil, rivolgo alle famiglie dei due lavoratori che stasera non torneranno a casa la nostra più sentita vicinanza», ha affermato il Presidente nazionale dell'associazione Franco Bettoni.

Secondo le prime ricostruzioni sembra che il camionista di 60 anni stesse scaricando dei tubi pesanti dal suo mezzo, posteggiato nel piazzale di una ditta a Stezzano (Bergamo) quando è stato travolto da un tubo che si sarebbe slegato da un carico di analoghi tubi in ferro senza lasciargli purtroppo scampo, mentre a Rudiano, in provincia di Brescia, un operaio di 54 anni stava dragando un canale artificiale, per conto del comune, quando ha picchiato la testa contro un ponte, finendo poi in acqua, ma non è ancora chiaro se sia deceduto per annegamento o per il trauma subito nell'impatto.

«Pretendiamo che i controlli non si fermino – ha aggiunto il Presidente Bettoni – e che chi lavora sia preparato e adeguatamente formato, non solo sulla carta, diventando partecipe e protagonista della propria e della altrui sicurezza e incolumità».

Dai dati pubblicati dall’Inail nella sezione statistica Open Data, relativamente all’anno 2015, si rileva un calo degli infortuni sul lavoro di circa 25.800 unità (dai 658.514 del 2014 si passa ai 632.665 del 2015), pari ad una variazione di -3,92%: una flessione che, però, risulta sensibilmente inferiore rispetto a quella degli anni precedenti. In Lombardia dai 120.475 infortuni nel 2014 si passa ai 116.068 nel 2015, registrando così una variazione di -3,65%; a Bergamo, nel 2014, gli incidenti sono stati 14.665 contro i 14.095 nel 2015 con una variazione di -3,88%; a Brescia nel 2014 gli incidenti sono stati 16.231 contro i 15.514 del 2015 con una variazione di -4,41%.

Ma se il numero complessivo degli infortuni sul lavoro continua a mantenere comunque il suo storico trend decrescente, molto di più preoccupa la crescita delle morti per incidenti sul lavoro. I dati relativi al 2015 mostrano, infatti, un aumento di ben 16,15% delle denunce di infortunio mortale, passate dai 1.009 casi del 2014 a 1.172 nel 2015, con un incremento di ben 163 unità. In questo caso, in Lombardia si evidenzia il medesimo aumento: dai 152 casi mortali nel 2014 si passa ai 165 nel 2015, registrando così una variazione di +8,55%; a Bergamo, nel 2014, gli incidenti mortali sono stati 13 contro i 14 nel 2015; a Brescia nel 2014 gli incidenti sono stati 27 contro i 30 nel 2015. Dopo un decennio ininterrotto di contrazione delle morti sul lavoro, assistiamo quindi a preoccupante inversione di tendenza nell’andamento del fenomeno. Una situazione che nel nostro Paese non si verificava dal 2006, anno in cui, peraltro, la crescita degli infortuni mortali fu molto più contenuta (+5,1%).

Anche per quanto riguarda le denunce delle malattie professionali riscontriamo un incremento, precisamente del 2,63%: nel 2014 ne sono state, difatti, notificate 57.485 contro le 58.998 registrate nel 2015. La Lombardia ha seguito lo stesso trend nazionale: dalle 3.381 denunce nel 2014 si passa alle 3.420 nel 2015, registrando così una variazione di +1,15%; a Bergamo nel 2014 le denunce sono state 1.002 contro 1.039 nel 2015; a Brescia, nel 2014, le denunce sono state 494 contro le 534 nel 2015.

«Mi auguro solo – conclude Bettoni – che il sacrificio di questi due lavoratori e il dolore delle loro famiglie scuotano la coscienza comune e servano a salvare altre vite accrescendo il controllo da parte degli organi competenti e puntando sulla continua formazione e informazione per il rispetto della normativa sulla Salute e sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro».