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Discriminazione: 137 pratiche avviate dal Centro Franco Bomprezzi

Bilancio dei primi sei mesi di attività del Centro Antidiscriminazioni di Ledha: scuola, accesso alle prestazioni sociali, compartecipazione al costo dei servizi, lavoro e barriere architettoniche sono i campi in cui ancora avvengono vere discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità.

di Redazione

Scuola, accesso alle prestazioni sociali, compartecipazione al costo dei servizi, lavoro e barriere architettoniche: sono queste i campi in cui ancora oggi avvengono vere discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità. Tanto da coinvolgere un legale e andare davanti a un giudice. Il Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi” di LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità fa il bilancio dei suoi primi sei mesi di attività: sono state 609 le persone che hanno contattato l'associazione – via mail o telefono – per chiedere informazioni, molte più del previsto. Di queste, 353 pratiche sono state passate al servizio legale, mentre a tutte le altre è stato possibile dare una risposta direttamente dall'operatore, attraverso un'attività di prima informazione e orientamento. 
«Il numero di richieste e segnalazioni è ben oltre le previsioni», commenta il presidente di LEDHA, Alberto Fontana. «La nostra associazione si conferma un punto di riferimento per tutte le persone con disabilità e i loro familiari che ritengono di subire una situazione di ingiustizia e discriminazione».

Nel dettaglio sono state 137 (il 38% del totale) le pratiche relative a casi di discriminazione passate ai legali e 111 le pratiche relative a casi senza discriminazione, più altri 105 casi “dubbi”. Per quanto riguarda le pratiche chiaramente discriminatorie, la tematica su cui il servizio legale del Centro è stato chiamato più spesso a intervenire è stata la scuola (quasi il 38% dei casi), seguita dall'accesso alle prestazioni sociali e socio-sanitarie (11,4% dei casi), dalla compartecipazione al costo dei servizi socio-sanitari (8,5%) e dal lavoro (8%). Quindi la tutela giuridica (6,1%) e le barriere architettoniche (quasi il 5%).

Non per tutti questi casi si è arrivati davanti al giudice. In 142 casi, i legali del centro hanno fornito suggerimenti e consigli orientativi di natura legale. Un livello più “approfondito” di intervento ha riguardato 254 casi, che hanno richiesto consulenze legali.
In 50 casi i legali sono intervenuti in sede stragiudiziale attraverso un incontro con la controparte o redazione di diffide scritte e solo quando non è possibile raggiungere un accomodamento, si è arrivati al ricorso in Tribunale (15 casi).

Due sono i principali obettivi del Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi”, che si inserisce nel solco dell'attività del Servizio Legale già attivo da diversi anni. Il primo è far crescere la consapevolezza nel riconoscere e individuare le situazioni di discriminazione, dal momento che spesso invece vengono considerate “normali” (e quindi accettabili) situazioni quotidiane che penalizzano le persone con disabilità: è “normale” che alcuni luoghi non siano accessibili, è “normale” che non ci sia assistenza scolastica, si pensa, senza rendersi nemmeno conto di subire una discriminazione. Da questa situazione “deriva” il secondo obiettivo dell'attività del Cento Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi”: contrastare concretamente le situazioni di discriminazione diffuse nella nostra società.

«L'attività del Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi” non sarebbe stata possibile senza l'impegno di quelle associazioni che hanno deciso di sostenere il progetto fin dall'inizio. L'anno che abbiamo di fronte sarà un anno di consolidamento del lavoro svolto, ma anche di ulteriore sviluppo e formazione dell'identità del centro», conclude Fontana.

Foto by Stephanie Keith, Getty Images


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