Fondazione Zanetti sostiene Bimbi in Ant

Fondazione Zanetti onlus ha scelto di affiancare Fondazione Ant contribuendo al servizio Bimbi in Ant: l’assistenza specialistica, domiciliare e gratuita a favore dei bambini malati di tumore. La donazione permetterà a medici, infermieri, psicologi e operatori Ant di prendersi cura in modo gratuito, e tra le pareti di casa, di cinque piccoli malati oncologici.

Ogni anno, secondo le statistiche si prevedono circa 1.400 nuove diagnosi di tumore maligno nei bambini italiani. Un dato che colpisce e a cui fa da contraltare una tendenza positiva: negli ultimi 15 anni, infatti, la sopravvivenza a 5 anni da una diagnosi di questo tipo nella fascia di età 0-14 è passata dal 70% del periodo 1988- 1992 all’82% del 2003-2008 (dati Airtum).

Bimbi in Ant, gestito da medici, infermieri e psicologi specializzati, è stato pensato proprio per andare incontro alle necessità del bambino: è un servizio gratuito e complementare a quello dell'ospedale – la degenza ospedaliera nelle prime fasi della malattia e in determinate circostanze rimane indispensabile – che consente ai piccoli malati di ricevere le cure più adeguate ed efficaci restando nel calore della propria casa e godendo dell'affetto familiare.

Il servizio di Bimbi in Ant, infatti, non si esaurisce nella cura del piccolo paziente ma, come sempre accade nell’assistenza domiciliare Ant, si estende a tutta la famiglia. «La famiglia con un bambino malato è tutta malata», racconta Chiara, mamma di un piccolo assistito da Ant. «Il tumore non è solo del bambino, ma è una cosa che coinvolge tutti. La presenza di un medico Ant che entra in casa con tutta la disponibilità ad ascoltare e rispondere alle mille domande che si hanno in quei momenti è determinante per poter andare avanti. Così come è fondamentale poter contare su un'assistenza medica, infermieristica e psicologica professionale su misura, realizzata grazie a équipe sensibili e attente. Ant permette al bambino di fare i prelievi, essere controllato e curato tra le pareti di casa, in un’atmosfera il più possibile familiare ed evitando visite in day hospital stressanti sotto il profilo psicologico e fisico».