Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Media, Arte, Cultura

«Sì, diamo fastidio. Ma le bombe non ci fermeranno»

Parla don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco e direttore della Caritas di Fermo, dopo l'esplosione che nella notte ha danneggiato la sua parrocchia, situata in un quartiere difficile e centro di molte attività sociali. «Hanno alzato alzato il tiro, ma se l'idea era quella di fermarci, hanno sbagliato tutto. Io non ho paura»

di Gabriella Meroni

«E' stata una bomba in tutti i sensi, perché non ci aspettavamo un atto del genere e non c'erano state avvisaglie di nessun tipo. Ma chiunque sia stato, non ci fermerà mai. Io non ho paura». Commenta così don Vinicio Albanesi, parlando al telefono con voce decisa ma ancora rotta dall'emozione, il grave episodio avvenuto ieri sera a Fermo, di fronte alla sua parrocchia. Un ordigno rudimentale è stato infatti fatto esplodere da ignoti davanti al portone della Chiesa di San Marco alle Paludi, di cui don Vinicio, presidente della Comunità di Capodarco nonché direttore della Caritas, è parroco. Nessuno è rimasto ferito ma i danni sono ingenti: la deflagrazione ha mandato in pezzi le vetrate e il rosone della cappella, e ha svegliato i residenti.
« Le nostre ipotesi sull'accaduto sono due», continua don Albanesi. «La prima è pensare alla mano di un esaltato o di un gruppetto di facinorosi che hanno deciso di prendere di mira questo territorio, visto che nelle settimane scorse ci sono stati altri due attentati ad altre due chiese, il Duomo e San Marco. Oppure», prosegue, «possiamo ipotizzare che sia stata la malavita, a cui sicuramente diamo fastidio da quando operiamo per aprire questo quartiere e strapparlo al giro di spaccio e di prostituzione che l'ha reso un luogo squallido e pericoloso».

Insomma vete toccato certi interessi? «Su questo non c'è dubbio», risponde don Vinicio, «Anche perché io ho detto pubblicamente più volte che questa zona è in mano alla criminalità e che certi personaggi se ne devono andare. Io non so se c'entrano loro, ma comunque anche se fossero stati altri qui si è alzato il tiro». Ha paura? «No, non ho paura per me, semmai temo per i ragazzi della nostra comunità e le persone che assistiamo come Caritas che sono i più deboli tra i deboli. Ma se l'idea era quella di fermarci, hanno sbagliato tutto. Io sono tranquillo e vado avanti con molto sangue freddo, anche se», conclude, «oggi mi è mancato davanti alle tantissime manifestazioni di affetto e vicinanza. Vorrei ringraziare tutti, sono commosso».

Solidarietà a don Vinicio Albanesi è stata espressa in una nota anche dal Forum del Terzo Settore, che ha condannato con decisione l'attentato definendolo «un atto vile». «Esprimiamo la nostra vicinanza a Don Vinicio e a tutta la sua comunità per l’impegno che svolge quotidianamente al fianco delle persone e per il suo territorio», conclude il comunicato, a firma del presidente Pietro Barbieri.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA