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Già 2mila firme per riattivare la convenzione con Ant

Non convincono Fondazione Ant le risposte della Azienda Sanitaria Potenza. Il commento di Raffaella Pannuti che si augura venga «lanciato un altro bando per l’affidamento delle risorse previste» mentre prosegue la propria attività di assistenza a favore dei malati

di Redazione

Un ringraziamento al direttore generale dell’Azienda sanitaria Potenza «per l'apprezzamento rivolto al lavoro che Fondazione Ant svolge a Potenza e nella provincia da ormai quasi 16 anni. Lo ringraziamo soprattutto per aver onestamente riconosciuto che abbiamo supplito, insieme alle centinaia di volontari della zona, alle mancanze del passato dell'Azienda Sanitaria che lui oggi dirige, che lasciava al loro destino, dopo le cure ospedaliere, i pazienti sofferenti di tumore in fase avanzata e le loro famiglie» così inizia il commento di Raffaella Pannuti, presidente di Fondazione Ant Italia onlus, a quanto emerso dalla conferenza stampa indetta venerdì 15 aprile dall’Asp Potenza per tranquillizzare le famiglie bisognose dell'assistenza finora garantita da Ant e spiegare la contestuale interruzione della convenzione che ha permesso a Fondazione Ant stessa di garantire assistenza specialistica domiciliare e cure palliative nel 2015 a 402 malati di tumore nel Potentino e nella Val D’Agri (qui la news sull'interruzione della convenzione).

Pannuti prosegue il commento ricordando che però il direttore Giovanni Bochicchio «continua a mantenere diritta la barra nonostante tutte le contraddizioni per noi evidenti: è singolare infatti, che, secondo quanto riportato dai quotidiani locali nei giorni scorsi, il direttore generale inviti Fondazione Ant a proseguire il proprio operato a titolo esclusivamente di volontariato, mentre si affidano ad altri soggetti, tra cui una non profit, com'è anche Ant, fondi destinati alla medesima attività di assistenza specialistica ai malati di tumore in fase avanzatissima. Inoltre, Asp difende la propria scelta, nella quale Ant non trova il dovuto spazio, basandosi su questioni meramente burocratiche – il riferimento è all'anticorruzione che vieterebbe tali convenzioni e all'invito a evitare affidamenti diretti da parte della Corte dei Conti – da cui peraltro Ant non intende sottrarsi: si faccia un bando per le sole cure palliative e Ant sarà lieta di partecipare»

Raffaella Pannuti prosegue: «Il direttore generale ha affermato che la gestione sarà curata direttamente da Asp e che l’esperienza maturata nel settore non è certo da meno di quella di Ant. Oggi, pur dando credibilità a tale autocertificazione, resta tutto da verificare. D'altra parte va affermato senza tema di smentita che la qualità dei servizi di Ant è ampiamente riconosciuta nel mondo della Sanità e del volontariato non solo della provincia di Potenza, ma in buona parte dell'Italia, dove Ant opera, e in Europa dove è considerata una best practice. Una qualità certificata non più tardi di un anno fa dalla società specializzata Globe srl, ma soprattutto dai tanti cittadini che hanno ricevuto il supporto di Ant.

Infatti, sono circa 4.000 le famiglie che Ant ha assistito nel percorso della malattia nella provincia di Potenza; ne è ulteriore riprova che in soli due giorni sono state attivate dai volontari centinaia di postazioni in tutto il territorio potentino per la raccolta delle firme: solo online ne sono già state raccolte quasi 2.000 e i firmatari chiedono espressamente che Ant continui ad assistere i malati».

Un ulteriore elemento di riflessione secondo Raffaella Pannuti «importante soprattutto nel contesto economico attuale: se Asp dispone ancora dei 600mila euro da affidare al non profit organizzato, come previsto dal bando per l’assistenza ai pazienti in fase avanzatissima di malattia, è importante sottolineare che affidandoli a una Onlus potrebbero valere il doppio, visto il valore moltiplicatore che ha il volontariato, valore che non può essere praticato dall'ente pubblico. All’Asp un paziente che ha bisogno di essere curato nel proprio domicilio per gravi malattie tumorali, costa, se gestito da Fondazione Ant, 625 euro una tantum a prescindere dalla durata nel tempo dell'assistenza – a volte anche molti mesi – Il resto del costo resta a carico della Fondazione che raccoglie fondi grazie all’impegno di 200 instancabili volontari e delle tantissime persone che garantiscono supporto nei momenti del bisogno. Una forza, quella di Ant, che deriva da un'esperienza ultra trentennale e dalla grande solidarietà e disponibilità dei volontari, la maggior parte familiari di pazienti assistiti e persone sensibili che ci mettono amore e altruismo. Tutt'altro rispetto a cosa può offrire chi da tali attività intende, pur se legittimamente, trarre utili imprenditoriali. Per il resto Ant, come ha già detto, resta a disposizione per mettere tutto questo patrimonio al servizio dei pazienti e delle loro famiglie ma anche delle istituzioni».

Il commento di Pannuti si chiude con un augurio: «Ci auguriamo comunque, e crediamo che avverrà, che in questo momento di transizione – che speriamo sia breve – si continuino a fornire i farmaci ai malati che decideranno di continuare a essere assistiti da Ant. Ci aspettiamo soprattutto che venga lanciato un altro bando per l’affidamento delle risorse previste per questo tipo di pazienti. Intanto Ant prosegue la propria instancabile attività» conclude. «Del resto, mentre noi abbiamo ampiamente dimostrato in 15 anni l'umanizzazione delle cure e l'amore che portiamo verso l'uomo, ricominciare da zero significherà inevitabilmente avere un vuoto che avrà bisogno di anni prima di essere colmato».