Cooperazione & Relazioni internazionali

Cesvi: La malaria uccide ancora, in Myanmar la combattiamo con le cliniche mobili

Il 25 aprile è la Giornata annuale che ricorda come sia prioritario non abbassare la guardia sulla malattia, che nel solo 2014 ha causato 485mila morti. Ecco il lavoro dell'ong italiana in uno dei paesi più colpiti, il Myanmar

di Redazione

Nel 2015 la malaria ha colpito 214 milioni di persone nel mondo, causando 438mila decessi. La metà della popolazione mondiale è a rischio, nonostante il tasso globale di malaria si sia ridotto del 60% dal 2000 al 2015. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Sud-est Asiatico è una delle zone più colpite del pianeta ed in particolare sono tre i Paesi dove si concentra il maggior numero di casi di malaria: India, Indonesia e Myanmar. Lunedì 25 aprile 2016 ricorre la Giornata Onu per la lotta tale malattia.

In Myanmar, dove Cesvi lavora dal 2001 come prima ong italiana autorizzata ad operare nel Paese, la malaria rappresenta infatti un problema prioritario. Su una popolazione di 53,4 milioni, il 16% vive in aree ad alto rischio di trasmissione, dove si registrano più di un caso su 1000 persone. Tra i gruppi più vulnerabili ci sono i bambini al di sotto dei 5 anni e le donne incinte, la popolazione che vive e lavora nelle foreste, i lavoratori migranti, le minoranze etniche e coloro che abitano nelle aree rurali e che difficilmente hanno accesso ad un’assistenza sanitaria adeguata.

Dal 2011 Cesvi ha avviato un progetto che ha come obiettivo la prevenzione e la cura della malaria nelle regioni di Mandalay, Shan State settentrionale e Kachin. Villaggi remoti appartenenti a 10 distretti vengono raggiunti da Cesvi grazie alle cliniche mobili: operatrici e operatori sanitari che, insieme ad un medico e un infermiere, trasportano sulle loro motociclette medicinali, zanzariere e materiali informativi sulla prevenzione della malaria che vengono distribuiti alla popolazione. Grazie alle cliniche mobili, Cesvi raggiunge 1058 villaggi, fornendo assistenza sanitaria a circa 430mila persone che vivono in zone remote, spesso molto difficili da raggiungere.

“Il Myanmar sta cambiando. Le prime e timide riforme sono iniziate da qualche anno e adesso il Paese sembra pronto a lasciarsi alle spalle quasi 50 anni di regime militare. Nonostante i progressi, però, le sfide che dobbiamo affrontare per sconfiggere la malaria sono ancora tante. La strategia di Cesvi si basa su un approccio comunitario, il progetto supporta la formazione dei Village Development Committees. Questi Comitati selezionano i volontari all’interno dei villaggi: giovani tra i 20 e i 30 anni, che, dopo una formazione, assistono la popolazione individuando i casi sospetti di malaria che riceveranno assistenza dal medico Cesvi” dichiara Giangi Milesi, Presidente Cesvi.

Le attività del progetto si dividono in tre aree principali: la prevenzione della malaria, tramite la distribuzione di misure preventive di contrasto a basso costo come le zanzariere, sessioni educative e incontri di sensibilizzazione; il controllo della malaria, attraverso la diagnosi precoce e il trattamento della malattia. Dal 2011 al 2015, sono stati effettuati 120.075 test precoci sulla popolazione e circa 12.000 persone hanno ricevuto il trattamento. Inoltre, Cesvi si occupa di offrire una formazione strutturata agli operatori sanitari volontari affinché siano aggiornati e competenti sulla diagnosi e sul trattamento dei casi di malaria e sappiano somministrare le medicine anti-malariche secondo le Linee Guida Nazionali sulla Malaria. Nel 2015 le cliniche mobili di Cesvi hanno effettuato 408 sessioni di visita e offerto incontri di educazione sanitaria a circa 30mila persone. Cesvi ha fornito assistenza sanitaria a più di 15mila persone.

Foto di Rossella Palma


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