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Allattare nelle emergenze: 10 cose da fare per sostenere le mamme

L'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù organizza oggi e domani un corso di formazione per gli operatori delle emergenze, per sostenere l'allattamento e l'alimentazione dei neonati

di Sara De Carli

Quando il mio secondo figlio aveva quattro mesi, il grande – aveva due anni – si fece un volo pindarico dal tavolo della cucina, con tanto di taglio in testa e corsa al Pronto soccorso. Niente di particolarmente grave, ma abbastanza perché mia nonna fosse terrorizzata dal fatto che lo spavento mi avesse “fatto andar via il latte”. Che succede alle mamme che allattano e che uno spavento lo vivono per davvero? Il terremoto in Nepal, giusto un anno fa. Ma anche la Siria, i flussi continui di profughi, gli sfollati, gli sbarchi. Oppure il terremoto dell’Aquila e dell’Emilia Romagna. Disastri ambientali, conflitti e migrazioni richiamano la necessità di una formazione specifica per gestione l’allattamento e l’alimentazione infantile nelle emergenze umanitarie: il corso si tiene oggi e domani all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ed è rivolto a medici, infermieri, ostetriche e altri professionisti che intervengono nelle emergenze umanitarie e nei disastri ambientali e si prendono cura delle madri, dei neonati, dei bambini e delle loro famiglie.

Si parla ad esempio di rilattazione, perché tornare ad allattare è possibile e le mamme vanno incoraggiate a riprendere l’allattamento al seno, con apposite tecniche e strategie comunicative e di sostegno che permettono di aumentare la produzione di latte o di recuperare l'allattamento interrotto. Creare ambienti in cui le madri possano occuparsi e accudire il loro bambino è il miglior modo per garantire l'adeguata offerta di latte sia in termini di quantità e che di qualità: per questo motivo è molto importante tenere madri e bambini insieme e facilitarne la relazione, più la mamma è nello stesso ambiente del bambino, più il suo corpo è in grado di rilasciare anticorpi specifici per proteggerlo.

Nel caso in cui la madre non sia reperibile, vanno considerate modalità alternative per assicurare l'allattamento al seno, anche – dicono gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell’Infant Feeding in Emergencies (IFE) – tramite l’individuazione di balie.

Banditi i biberon, i ciucci e le tettarelle, per ridurre il rischio di contaminazione in relazione alle precarie condizioni igienico sanitarie: i sostituti del latte materno andranno non solo preparati e conservati correttamente ma anche somministrati da una tazzina.

Questa è l’infografica di OPBG che riassume in 10 punti chiave le raccomandazioni di Oms e Ife sul cosa fare in situazioni di emergenza umanitaria per sostenere l’allattamento e la nutrizione dei bambini piccolissimi. «si tratta di semplici ma preziose linee di indirizzo che possono fare la differenza per proteggere la vita e la salute dei più piccoli» sottolinea Immacolata Dall’Oglio, coordinatore Sviluppo Professionale infermieristico del Bambino Gesù. «Non sempre vengono rispettate o applicate nel giusto modo e ciò può determinare effetti negativi a breve e a lungo termine. Proprio per questo la formazione degli operatori che operano nel difficile contesto dell’emergenza assume un’importanza cruciale per la salute dei bambini, sia nell’immediato che per il futuro».

Foto S.KODIKARA/AFP/Getty Images (terremoto in Nepal, 2015)


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