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I veri Vip hanno il “naso rosso”

In tutta Italia domenica 15 maggio si celebra la 12esima Giornata del Naso Rosso promossa dall'associazione Vip-ViviamoInPositivo Italia onlus. Nel 2015 i clown Vip hanno fornito circa 120mila ore di volontariato

di Antonietta Nembri

Domenica 15 maggio scendono in piazza i veri Vip, non i cosiddetti Very Important Person, ma centinaia e centinaia di persone che hanno assunto come slogan il vivere in positivo. Nelle piazze italiane, infatti, va in scena la dodicesima edizione della Giornata del Naso Rosso, l’appuntamento nazionale di Vip – ViviamoInPositivo Italia onlus, la federazione nazionale dei volontari clown di corsia, sorta nel 2003.

«Per noi la giornata è l’occasione per lanciare un messaggio diverso fatto di sorrisi e allegria, un giorno di festa nelle città in cui operiamo, magari incontriamo una persona che ci ha visto in ospedale» spiega la presidente nazionale Claun Boop che senza naso rosso e divisa d’ordinanza è Barbara Ciaranfi. «La Giornata del Naso Rosso è anche un’occasione di raccolta fondi a favore della federazione Vip Italia che in questo modo è in grado di fornire un corso di formazione all’anno a ciascuna delle 56 associazioni federate». I formatori dell’associazione inoltre organizzato a livello nazionale un corso all’anno «di solito a Bologna» spiega Ciaranfi «è un corso avanzato per formarsi e approfondire progetti speciali come quello denominato “Clown a Scuola”. Ci sono poi i corsi avanzati per figure particolari come i referenti».

Al momento sono oltre 3.800 i clown che ogni settimana prestano il loro servizio in oltre 170 ospedali e strutture socio-sanitarie in Italia. Lo scorso anno le ore di volontariato prestate sono state circa 120mila. E saranno proprio loro i clown dal naso rosso, con il caratteristico camice dal colletto rosso e dalle maniche a strisce bianco/gialle e bianco/verde ad animare le piazze italiane (per conoscere le piazze qui).

Quando si presentano in tenuta da Clown hanno tutti un nome divertente «il nostro nome da clown lo scegliamo durante il corso base» racconta Ciaranfi ovvero Claun Boop. «La scelta avviene in modo autonomo e in linea di massimo ognuno ha un nome originale, negli anni qualche doppione è scappato». Barbara Ciaranfi il suo nome da clown lo ha scelto nel 2006, quando è diventata un Cloun Boop nell’associazione di Venezia.

«Quando vado a fare volontariato in ospedale io sono Cloun Boop, non sono più Barbara. Come Clown si possono dire cose sconclusionate, avere una camminata particolare….». Insomma, un naso rosso, un trucco particolare, fiocchi o cappellini tutto aiuta a portare allegria. E non solo nelle corsie ospedaliere, ma anche strutture per disabili fisici e psichici, quartieri in situazioni di disagio sono i luoghi in cui questi volontari portano i loro progetti di “animazione educativa” con i valori della clownterapia.


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