Welfare & Lavoro

Antitrust su Siae: basta con il monopolio

L’autorità è intervenuta con un parere indirizzato a Governo e Parlamento perché venga recepita la direttiva europea che non prevede regimi monopolistici. «Il valore e la ratio stessa dell’impianto normativo europeo risultano gravemente compromessi dalla presenza di un solo soggetto cui è attribuita la riserva dell’attività di intermediazione dei diritti d’autore».

di Lorenzo Maria Alvaro

La mancata apertura del mercato nazionale della gestione dei diritti d’autore limita la libertà d’iniziativa economica degli operatori e la libertà di scelta degli utilizzatori. Parola di Antitrust che ha inviato a Governo e Parlamento il suo parere sulla riforma del diritto d’autore sottolineando che il disegno di legge di recepimento della direttiva europea, approvato alla Camera e attualmente in discussione al Senato, non prevede espressamente un intervento sul regime di monopolio legale della SIAE.

La riforma del diritto d’autore (attuazione della Direttiva 2014/26/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, sulla gestione collettiva dei diritti d’autore nel mercato interno) si basa sul principio di libertà di scelta che riconosce ai titolari dei diritti la facoltà di individuare un organismo di gestione collettiva indipendentemente dallo Stato membro di nazionalità, di residenza o di stabilimento dell’organismo di gestione collettiva o del titolare dei diritti

Nel suo parere inviato al Parlamento e al Governo l’Antitrust sottolinea che in virtù del principio di libertà di scelta, che è il nucleo della Direttiva, è riconosciuto ai titolari dei diritti la facoltà di individuare un organismo di gestione collettiva “(…) indipendentemente dallo Stato membro di nazionalità, di residenza o di stabilimento dell’organismo di gestione collettiva o del titolare dei diritti (…)”. Il valore e la ratio stessa dell’impianto normativo europeo risultano gravemente compromessi dalla presenza, all’interno dell’ordinamento nazionale, della disposizione contenuta nell’art. 180 l. 22 aprile 194, n. 633 (Legge sul Diritto d’autore – LDA), ormai isolata nel panorama degli ordinamenti degli Stati membri, che attribuisce ad un solo soggetto (SIAE) la riserva dell’attività di intermediazione dei diritti d’autore.

L’Autorità ritiene che, in un contesto economico caratterizzato da profondi cambiamenti tecnologici, la mancata apertura del mercato nazionale della gestione dei diritti d’autore limita la libertà d’iniziativa economica degli operatori e la libertà di scelta degli utilizzatori.

Il recepimento della Direttiva rappresenta, a giudizio dell’Antitrust, un’occasione particolarmente rilevante da cogliere per aprire alla concorrenza l’attività di intermediazione in questo campo. Ma il disegno di legge che delega il Governo al recepimento delle direttive europee e all’attuazione di altri atti dell’Unione europea (legge di delegazione europea 2015), approvato alla Camera e attualmente in discussione al Senato, non prevede espressamente un intervento sul regime di monopolio legale della SIAE.

L’Autorità auspica quindi che la riforma di tale regime monopolistico venga accompagnata da un ripensamento dell’articolazione complessiva del settore.

L’Authority presieduta da Giovanni Pitruzzella, scrive infatti: «Il valore e la ratio stessa dell’impianto normativo europeo risultano gravemente compromessi dalla presenza, all’interno dell’ordinamento nazionale, di una disposizione ormai isolata nel panorama degli ordinamenti degli Stati membri, che attribuisce ad un solo soggetto (SIAE) la riserva dell’attività di intermediazione dei diritti d’autore».

Come sottolinea Guido Scorza, avvocato da anni impegnato sul tema della liberalizzazione del mercato dell’intermediazione dei diritti, «la segnalazione dell’Antitrust dovrebbe valere a chiudere un dibattito che si trascina ormai da mesi». «Ed è per questo», continua Scorza, «che lascia davvero senza parole leggere la prima risposta “a caldo” della SIAE alla notizia della Segnalazione dell’Antitrust: “Siae [rispetta la posizione dell’Antitrust ma]…si permette di far notare come il Parlamento Ue, la Commissione e la Corte di Giustizia europea abbiano chiarito come la Direttiva sia compatibile con l’esclusiva e abbiano sottolineato che una esclusiva non è di ostacolo alla crescita del mercato del diritto d’autore e anzi ne presidia lo sviluppo”. A leggerla viene in mente la canzone di Noemi: “Sono solo parole”. E viene da aggiungere che si tratta di parole che non trovano alcun riscontro nei fatti».

«Mai, infatti, sin qui», conclude Scorza, «né la Commissione europea, né il Parlamento, né la Corte di Giustizia hanno affermato nulla di simile a proposito della Direttiva Barnier, né, d’altra parte, mai, sin qui, si sono trovati nella necessità di pronunciarsi sul tema».

Anche per Giovanni Lindo Ferretti, nota voce di CCCP-CSI-PGR che oggi, attraverso la sua Fondazione, gira l'italia con uno spettacolo di teatro equestre, il nocciolo della questione è tutta qui.

«Oggi per organizzare un concerto, uno spettacolo o una festa di paese, devo spendere fino a 3mila euro di Siae. Alla fine dell'anno poi, dalla stessa Siae, mi vengono riconosciuti 200 euro di diritti d'autore. Dunque chi dovrebbe difendere il mio diritto d'autore mi prende 2800 euro. Questo se facessi un solo evento all'anno».

E a nulla vale una liberalizzazione dell'ente cui affidare le proprie opere, «come hanno fatto Fedez o D'Alessio. È solo un modo per creare ancora più burocrazia e complicazioni. Finché lo Stato affiderà alla sola Siae la riscossione non cambierà nulla».


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