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Genitori, immischiamoci a scuola per costruire non per difenderci

Il Forum Famiglie lancia il progetto "Immischiati a scuola” per sollecitare l’impegno dei genitori negli organi collegiali. A pochi giorni dalla presentazione delle linee guida del Miur sul tanto criticato comma 16 della Buona Scuola, Maria Grazia Colombo dice: «La questione del gender ha mosso le acque, ma ora è tempo di costruire: senz’altro vigilando, ma non continuando ad alzare la voce o affermando a priori la paura… Sporchiamoci le mani dal di dentro»

di Sara De Carli

Si chiama "Immischiati a scuola” il nuovo progetto che il Forum delle Associazioni Famigliari lancia oggi per sollecitare e sostenere l’impegno delle famiglie nella scuola. L’invito ad “immischiarsi” nella vita e a coinvolgersi senza restare a guardare la vita dal balcone arrivava d’altronde direttamente da Papa Francesco. Ecco quindi l’idea, insieme alle tre associazioni aderenti al Forum Famiglie accreditate nel Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola (FONAGS) del ministero dell'Istruzione (si tratta delle storiche AGE, Agesc e FAES), di formare genitori che tornino ad essere presenti negli organi decisionali della scuola e che inizino a pensare di candidarsi il prossimo autunno come rappresentanti di classe o di istituto.

È un’esperienza già fatta a Roma, che ora viene lanciata su scala nazionale, per costruire una rete di genitori che vogliono mettersi in gioco, creando «una nuova amicizia costruttiva» tra famiglie e tra famiglia e scuola, dopo anni in cui il rapporto scuola-famiglia è stato segnato più che altro dallo scontro o dalla contrattazione. Concretamente si parte il prossimo 16 luglio, con una giornata di formazione aperta a tutti i presidenti dei Forum regionali e locali, mentre a settembre, sui territori, si faranno iniziative per mettere in moto le famiglie.

In effetti tra i genitori c’è una nuova voglia di partecipare, vuoi per le scuole aperte, vuoi per il fenomeno crescente delle associazioni di genitori legate ai singoli istituti, vuoi per la paura del gender. Ma anche qui, «anche sul tema delicato dell’educazione affettiva, la via da percorrere è far entrare i genitori nella scuola, attraverso i suoi organi democratici. Se i nostri genitori risolveranno il problema della finestra rotta o dell’amianto sul tetto, avranno la fiducia degli altri genitori e anche il loro giudizio nella scelta dei vari progetti peserà di più», spiegano dal Forum. Ne parliamo con Maria Grazia Colombo, vicepresidente del Forum Famiglie.

Concretamente che proposta fate?
È una proposta a tutti i genitori che vogliono entrare nella scuola non con una presenza individuale ma in rete, che condivide strumenti, opportunità e anche un’identità: ovviamente è una proposta aperta a tutti, non occorre essere iscritti a un’associazione aderente al Forum. L’obiettivo pian piano è di mettere in rete tutte le mamma e i papà coinvolti da Forum, non per etichettare ma per creare un movimento fatto di scambio, di confronto, di un lavoro comune, di un impegno formativo ma anche di scambio con le altre componenti della scuola, simile davvero a comunità educante.

Dopo anni e anni di disaffezione, davvero c’è la possibilità di una nuova partecipazione dei genitori alla vita della scuola?
Vediamo che la domanda c’è. C’è un vuoto, questo è verissimo, ma cominciamo. È un progetto che durerà tre anni, occorre mettersi in movimento e cominciare a costruire una proposta, che può variare dal Friuli alla Sicilia ma ha la caratteristica di fondo del confronto fra quanti vivono dentro la scuola, io genitore accanto all’insegnante e viceversa. Questa è una novità.

L’esperienza empirica mi sembra dica che a muovere rispetto alla “partecipazione” dei genitori sia stato nei mesi scorsi l’allarme per le “lezioni gender”, che contestava il comma 16 della Buona Scuola: a muovere i genitori è questa preoccupazione o anche altro?
Possono essere entrambe le cose. Non importa da dove parte l’esigenza di partecipare, se dalla paura, dalla sfiducia di fronte a certe cose o da una positiva voglia di esserci: sono valide tutte e due. La questione del gender certo ha mosso le acque, molte volte a ragione, sollevando questioni giuste, ma adesso a me pare il tempo di costruire in altro modo, senz’altro vigilando, ma non continuando ad alzare la voce o affermando a priori la paura… L’invito è sporchiamoci le mani dal di dentro, dal di dentro capiamo le proposte.

Sempre sul gender, il Miur ad agosto 2015 annunciò la costituzione di un tavolo tecnico di esperti per elaborare delle linee guida per la realizzazione delle azioni previste dal comma 16, quello contestato (il comma dice che «il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunita' promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parita' tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni»): a che punto sono queste Linee guida?
Il Ministero le presenterà il 5 luglio alle associazioni di genitori del FONAGS. Si tratta di un incontro programmato da tempo. Dopo averle lette potremo dire se le condividiamo o meno, eventualmente criticarle, fare altre proposte.

Quindi che senso ha la manifestazione di domani?
Non esprimo giudizi, dico solo che AGE, Agesc e FAES, le storiche associazioni di genitori, non parteciperanno alla manifestazione. Dopo il 5 diremo la nostra e lo faremo nell’interesse delle famiglie, come sempre. Non è lo stile del Forum quello di criticare a prescindere. Anche perché non vorremmo che attirando l’attenzione il confronto diventasse ideologizzato.

Foto di PATRICK HERTZOG/AFP/Getty Images


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