Education & Scuola

Frequenza200, la dispersione scolastica si può battere

Ecco i punti salienti del rapporto quadriennale del Comitato scientifico di WeWorld, ente promotore di Frequenza200, rete contro l'abbandono attiva in sette città con 6mila utenti seguiti. In allegato l'intero documento, riguardante le attività dell'ong verso i minori e le donne

di Daniele Biella

Lottare contro la dispersione scolastica è una priorità per tutta la società: solo se tutti gli attori sono uniti si vince. Sono 1.549 le bambine, i bambini e gli adolescenti iscritti ai Centri in Italia di Frequenza200, il network contro l’abbandono scolastico creato nel 2013 dall’ong WeWorld. Ben 3.458 i ragazzi e le ragazze interessati dai percorsi educativi realizzati in collaborazione con le scuole, 780 donne/mamme, 1.430 famiglie, 180 operatori “grezzi” (commercianti ed altri operatori territoriali pubblici e privati) e 60 scuole.

Stiamo parlando, per estensione territoriale, di una delle esperienze più ampie d’Italia in materia – oltre 6mila i bambini che saranno inclusi nel Programma entro il 2017, in sette regioni: Piemonte, Lombardia, Lazio, Puglia, Campania, Sardegna, Sicilia – che un gruppo di esperti riuniti in un Comitato scientifico di docenti universitari ha analizzato nel dettaglio e pubblicato in un Report quadriennale, allegato qui sotto. Daniele Checchi (coordinatore), Annamaria Fellegara, Elisabetta Addis, Fabio Dovigo, Franco Floris, Maurizio Gentile, Patrizia Romito, Walter Moro, affiancati dai referenti dell’ong Valeria Emmi, Stefano Piziali e Alessandro Volpi, hanno approfondito il tema della dispersione (con l’altro principale campo d’azione di WeWorld, l’empowerment femminile) valutando le attività dei partner territoriali dell’ong, 12 enti non profit con all’attivo anni di esperienza nel settore educativo.

L’azione sviluppata dai partner risulta particolarmente efficace dove riesce a coinvolgere anche altre istanze che operano sul territorio, come nel caso di Palermo, perché in questo modo si attira l’attenzione dell’intera popolazione sul destino delle nuove generazioni”, spiega il Comitato nel rapporto, indicando anche che “l’azione del terzo settore è più efficace dove è in raccordo con le scuole e l’ente locale”. In questo senso, “non sempre l’azione dei partner di WeWorld trova riscontro e ascolto da parte degli insegnanti delle scuole dei territori interessati. Spesso sono piuttosto gli enti locali che offrono una maggior disponibilità alla collaborazione con il terzo settore”. Uno stimolo, quindi, a rinsaldare il patto educativo con i formatori scolastici, “per l’attivazione di processi collettivi di cambiamento, che ora mancano”, sottolineano i componenti del Comitato. Il forte impatto positivo dell’azione dell’ong rimane, “ed è destinato ad aumentare con il passare del tempo: con l’aumentare della visibilità del progetto, aumenta anche la profondità dell’azione, che ha connotati diversi a seconda delle specificità di ciascun territorio”.


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