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Matteo Renzi: «Io sono un Papa-boys»

Il premier partecipò, da scout, a due Giornate mondiali della Gioventù. Nell’agosto 2011 avevamo raccolto la sua esperienza. Per l’occasione riproponiamo l’intervista all’allora sindaco di Firenze

di Sara De Carli

Si è aperta ieri a Cracovia la Giornata Mondiale della Gioventù dell’anno del Giubileo della Misericordia. “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” è il titolo scelto da Papa Francesco. Il Papa arriverà domani pomeriggio, per poi celebrare insieme ai giovani la Via Crucis di venerdì sera, la Veglia nella notte di sabato e la Messa conclusiva domenica mattina. Il Papa nel suo viaggio in Polonia visiterà anche il Santuario della Madonna nera di Jasna Gora e i campi di concentramento nazisti di Auschwitz e Birkenau. A Cracovia sono attesi due milioni di giovani «ma se pensiamo che ognuno di loro ha almeno 500 amicizie social, ecco che arrivare a toccare un miliardo di persone non è un’utopia», affermano gli organizzatori della “prima GM social”. Nell’agosto 2011, alla vigilia della GMG di Madrid con Papa Ratzinger avevamo raccolto l’esperienza di Matteo Renzi: all’epoca era sindaco di Firenze all’inizio della sua campagna da “rottamatore”, prima del Big Bang, delle primarie del 2012, dell’# enricostaisereno e della presidenza del Consiglio dei Ministri. La riproponiamo.

Parigi 1997 e Roma 2000. Le cita come un atleta cita le Olimpiadi in cui ha vinto la medaglia d’oro. E quando parla del cardinal Eduardo Francisco Pironio, la voce gli si fa calda di affetto. Matteo Renzi è quasi un esegeta delle Giornate Mondiali della Gioventù che ha vissuto in prima persona, nelle fila di quelli che ancora si chiamavano “Papa Boys”. Negli incontri di avvicinamento alla GMG del Giubileo del 2000, addirittura fu chiamato a fare una testimonianza ai ragazzi insieme alla moglie Agnese.


L'intervista a Matteo Renzi sul numero di Vita di agosto 2011

Qual è il segreto per cui le GMG richiamano ogni volta milioni di giovani?
È stata un’intuizione felice di Giovanni Paolo II ma non solo sua. Penso al cardinal Pironio, argentino, uno dei fondatori della GMG, non per nulla la seconda Giornata della storia, nel 1987, si tenne a casa sua, a Buenos Aires. Più che un segreto, si tratta di aver esperito qualcosa di molto bello: non è vero che un evento di massa preclude la riflessione spirituale. È l’espressione bella di un popolo che ha bisogno di riconoscersi.

Cosa ricorda delle “sue” Gmg?
Allora ero caporedattore di Camminiamo insieme, il giornale degli scout: seguivo tutto da pseudogiornalista. L’impressione più forte che si ha stando dentro una GMG è la gioia. Spesso si parla dei ragazzi “in scala di grigio”, mentre lì si vede benissimo che non è così. L’altra cosa evidente è che alle GMG non ci vanno solo i “santi” o quelli che frequentano la Chiesa: lì allora la Chiesa si confronta direttamente con la distanza dalla fede e impara a parlare anche a chi è più lontano.

Nove ragazzi su dieci, fra quelli che andranno a Madrid, si aspettano che questo evento cambierà la loro vita. Impressionante, no?
I giovani hanno bisogno di occasioni di svolta, altrimenti c’è il rischio della omologazione. Trovo molto dolce questa cosa, è un segnale per noi adulti, per farci riflettere sul nostro cinico smorzare le aspettative dei giovani, che sono sempre altissime. Poi io non credo che una GMG cambi la vita, ma a tutti premette di gustare meglio quella fase della vita, di fare con maggior consapevolezza le scelte decisive che si fanno a quell’età.

Otto su dieci invece ci vanno perché un amico ci è andato: testimoni o pecoroni?
Testimoni! Tutto il cristianesimo funziona così, i discepoli hanno seguito Gesù perché hanno fatto un’esperienza, perché qualcun altro gli ha detto “è bello”. La novità è che oggi i ragazzi tanti consigli se li scambiano su Facebook e sui social, in un tam tam virtuoso oltre che virtuale. Se internet, che doveva condannarci tutti ad essere monadi isolate ha fatto invece esplodere anche questo fenomeno, vuol dire che tutti abbiamo e avremo sempre bisogno di autenticità e di relazioni.


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