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L’appello degli imam francesi: «Domenica i musulmani vadano in chiesa»

L'invito è arrivato dal Conseil du Culte Musulman come gesto di solidarietà dopo l’omicidio di Padre Jacques Hamel: «I responsabili delle moschee, gli imam e i fedeli si rechino in una chiesa in occasione della messa per esprimere nuovamente ai nostri fratelli cristiani vicinanza»

di Lorenzo Maria Alvaro

L'invito è arrivato dal Conseil du Culte Musulman come gesto di solidarietà dopo l’omicidio di Padre Jacques Hamel: «I responsabili delle moschee, gli imam e i fedeli si rechino in una chiesa in occasione della messa per esprimere nuovamente ai nostri fratelli cristiani vicinanza»

Un invito inusuale, storico e senza precedenti ma dettato dalle circostanze eccezionali: gli imam francesi chiedono ai fedeli musulmani di partecipare alla messa cattolica domenica 31 luglio, magari nella chiesa più vicina, per esprimere “solidarietà e cordoglio” dopo il “vile assassinio” di padre Jacques Hamel. La decisione è del Conseil Français du Culte Musulman, organismo ufficiale che riunisce gli esponenti religiosi islamici in Francia.

Il Conseil si era già espresso immediatamente dopo l'uccisione del sacerdote all'interno della chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, per mano di due giovanissimi francesi di origine araba affiliati all'Isis. In quella occasione l'associazione aveva condannato il gesto con parole durissime e aveva auspicato una Francia unita nonostante la prova del terrorismo.

Padre Hamel, è poi emerso, aveva un legame particolare con l'imam della cittadina, al quale aveva donato tramite la parrocchia un terreno per la costruzione di una moschea. Insieme al religioso Mohammed Karabilia, l'anziano prete aveva anche creato una associazione per il dialogo tra religioni.

«Sarebbe una cosa grande. Se anche solo uno su dieci dei cinque milioni di islamici che vivono in Francia rispondesse all’appello del Consiglio francese per il culto musulmano e domenica si recasse in una chiesa, nell’ora della Messa, in segno di solidarietà dopo Rouen, sarebbe davvero una cosa grande. Tanto grande che, abituati come siamo al cinismo e al pessimismo, quasi fatichiamo a crederci» è stato il commento di Avvenire.


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