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Attivismo civico & Terzo settore

Innovare illustrando: la grafica incontra il Terzo settore

Il racconto mai staccato dalla realtà. Questa, da 22 anni, è la "mission"di Vita che ha deciso di allargare il campo per allargare l'immaginario del no profit: illustrazione, fumetti, cover innovative, graphic novel. Ne abbiamo parlato oggi a Bookcity

di Marco Dotti

«Ci abbiamo creduto, abbiamo rischiato e, con pazienza e fiducia, dobbiamo dire che ci siamo riusciti». Matteo Riva, art director di Vita, mostra con soddisfazione le decine di bozzetti, copertine, prove di stampa che hanno cambiato volto al nostro magazine.

Vita ha compiuto da poco 22 anni – un bel traguardo, vero? – e l'occasione era quella giusta. Davanti a una platea molto giovane e attenta, nella splendida cornice della Biblioteca Siam (la Società di incoraggiamento alle arti e ai mestieri), che di anni ne ha molti più di noi essendo stata fondata nel 1838, si è svolto l'incontro «Quando l'illustrazione cambia l'immaginario sociale: il caso Vita». Tenutosi nel cuore di Milano, nel corso di Bookcity 2016, l'incontro è stato moderato da Giuseppe Frangi e ha visto la presenza di Francesco Franchi designer, caporedattore "La Repubblica", di Pietro Corraini art director e graphic designer (Pietro Corraini Studio), di Sara Maragotto illustratrice e co-fondatrice di Studio Fludd e di Matteo Riva..

«Quando salì il governo Monti, decidemmo di cambiare: dalla fotografia all'illustrazione», ci spiega Riva. L'aggressione al Terzo Settore operata da quel governo impose un cambio di registro. Nacque così, con questa copertina, quasi un manifesto, il nuovo corso grafico di Vita. «Abbiamo sperimentato, lavorato con pazienza e – lo diciamo con umiltà, ma anche con consapevolezza – innovato, se è vero che sempre più la comunicazione sociale sta maturando una consapevolezza prima sconosciuta sulla grafica».

Siamo «passati dai pupazzetti a qualcosa di serio», spiega Sara Maragotto di Studio Fludd, co-autrice di due cover per Vita, tra cui la recente sul tema della montagna. «Abbiamo usato l'illustrazione sociale per fare e raccontare esperienze. Noi partiamo dai colori, chiedendoci: quale tonalità emotiva vogliamo dare a un racconto sociale?».

«Oggi», aggiunge Pietro Corraini, «possiamo dire che a innovare e a spingere di più sull'illustrazione di qualità non è stata una rivista di moda, di auto o quant'altro, ma il magazine del Terzo settore». Forse perché -prosegue Corraini – «è riuscito a creare un ottimo punto di equilibrio fra libertà degli illustratori e qualità. Vita ha creato un ecosistema dove il giornalismo e l'illustrazione sanno incontrarsi e disseminare idee e buone pratiche».

La più grande soddisfazion? «Vedere che la qualità è percepita e dà i suoi frutti e anche altri ci seguono in questo percorso», ci racconta Riva. «Comincia a crescere nel Terzo settore una consapevolezza maggiore rispetto a mezzi importanti, se vogliamo raggiungere fini importantissimi. Il rigore è la vera alternativa al grigiore e a un modo di comunicare che ha fatto il proprio tempo».


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