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Stupri: rischio doppio di subirli per le donne disabili

La Giornata contro la violenza sulle donne è passata, ma non sono tramontati i rischi, soprattutto per chi si trova in condizioni di limitazione fisica o psicologica. I numeri di un universo che troppo spesso sfugge all’attenzione

di Gabriella Meroni

Un interessante approfondimento sul rischio di subire violenza da parte delle donne disabili è stato realizzato da Superando in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Un’occasione importante per prendere coscienza di un fenomeno drammatico quanto sommerso, particolarmente odioso perché si rivolge contro chi ha minori messi di difesa. Secondo il rapporto Istat di giugno 2015 in cui si erano raccolti i dati relativi alla violenza di genere sulle donne italiane, ben 6 milioni 788 mila donne sono state vittime nel corso della loro vita di almeno un episodio di violenza. Ma la cosa più allarmante è che, delle donne con disabilità, ha subìto violenze fisiche o sessuali il 36%di chi è in cattive condizioni di salute e il 36,6% di chi ha limitazioni gravi. Si stima che il rischio di subire stupri o tentati stupri sia doppio per le donne disabili (10% contro il 4,7% delle donne non disabili).

Un piccolo sondaggio locale serve a dare un’idea della diffusione di questa piaga. In base ai dati forniti dal Centro Antiviolenza di Padova, nel periodo 1 gennaio – 31 ottobre 2016 sono state accolte 10 donne con disabilità. Di queste, 4 avevano un'invalidità al 50%, 2 un'invalidità al 100%, e le altre, il cui grado di invalidità non era rilevato, avevano disabilità di vario tipo. Tutte queste donne sono state vittime di violenza psicologica e fisica. «È significativo che in una città come Padova (che conta poco più di duecentomila abitanti), in meno di un anno si siano recate ad un centro antiviolenza ben 10 donne con disabilità», nota Superando, «segno che la violenza c'è e serpeggia anche e soprattutto a danno delle donne in condizione di maggiore debolezza. Sono state dieci, ma – vien da pensare – chissà se nel silenzio ce ne sono altre che si nascondono o non possono gridare la loro sofferenza». Altro dato importante, infatti, che ci viene dall'Istat, è che solo nel 10% dei casi la donna disabile denuncia. Oltre alla violenza fisica, sessuale o psicologica perpetrata dai loro partner o familiari, le donne disabili possono quindi essere costrette a subire anche la violenza quotidiana dell'indifferenza della gente.

Può anche succedere – conclude l'articolo – che la donna disabile sia cosciente degli abusi di cui è vittima, ma che lasci fare perchè non vuole o teme di contraddire il suo “assistente”. Nella maggior parte dei casi, infatti, colui che perpetra l'aggressione ai danni della donna disabile è quasi sempre il suo caregiver. Può essere il compagno o il marito che non accetta la disabilità della sua donna o che la usa come un giocattolo per divertirsi un po', oppure possono essere il padre, lo zio, il cugino, che si prendono cura di lei, la assistono quotidianamente ma nel silenzio della casa la stuprano, la violentano o la insultano. In tutti i casi occorre denunciare: il numero di emergenza 1522 della Rete Nazionale Antiviolenza è multilingue ed attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l'anno. Fornisce una prima risposta alle vittime e sostiene l'emersione della domanda di aiuto, consentendo alle stesse un graduale avvicinamento ai servizi con l'assoluta garanzia dell'anonimato.


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