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Fabio Capello e la beneficenza a pagamento

Secondo le analisi del Consorzio europeo di giornalismo investigativo sui dati ottenuti da Der Spiegel nell’ambito dello scandalo Football Leaks emerge che l’allenatore italiano avrebbe ricevuto 75 mila euro per partecipare al tour benefico “Leo Messi & Friends”

di Lorenzo Maria Alvaro

Una squadra di giornalisti. Un gruppo capace di coprire tutta l’Europa, dal Portogallo alla Romania, dal Regno Unito all’Italia. Un network internazionale che prende il nome di firmato EIC, European Investigative Collaborations. Da questa base si è sviluppata l’inchiesta Football Leaks. Un lavoro che ha fatto luce sul mondo del pallone indagando a fondo tra gli affari delle stelle del calcio, i fondi di investimento e le triangolazioni offshore.

Tra queste è spuntato anche il nome di Fabio Capello, l’allenatore Friulano, che tra gli altri ha guidato Milan, Juventus, Roma e Real Madrid.

Ràul Blanco, Fabio Capello e Marcel Desailly in occasione di un evento benefico


Il contesto è quello del "Leo Messi & friends tour" nel 2013. Una kermesse benefica organizzata su tre partite a Lima, Los Angeles e Chicago, i cui incassi finanzieranno una fondazione patrocinata dal 10 argentino del Barcelona. Tre appuntamenti zeppi di campioni.

Tra i partecipanti appunto Capello, in qualità di allenatore della compagine costruita per sfidare gli amici di Messi.

Le indagini del Consorzio europeo di giornalismo investigativo hanno rivelato come «l’allenatore ha negoziato un compenso di 75 mila dollari per la sua partecipazione al tour. Nel contratto si garantiva anche la sistemazione in hotel cinque stelle e voli in business class. Insomma, un ingaggio principesco per uno show di beneficenza, o almeno presentato al pubblico come tale».

L’indagine è più ampia e getta ombre ben oltre il semplice pagamento delle presenze per le partite benefiche, seguendo una lunga trafila di affari, fatture e pagamenti che si snodano da una parte all’altra dell’Oceano Atlantico tra società e gruppi che sfruttano i trattamenti fiscali privilegiati da Malta fino all’Uruguay. Un lungo dribbling tra un paradiso fiscae e l'altro.

Ma da sola la notizia che nel calcio la beneficenza si fattura vale più di mille altre indagini.


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