Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Solidarietà & Volontariato

Lombardia, proroga al pediatra per i figli di immigrati irregolari

Regione Lombardia ha prorogato per un anno la sperimentazione in scadenza al 31 dicembre 2016. Le associazioni: «bene la proroga, ma serve una soluzione stabile. La salute per i bambini è un diritto fondamentale, non sperimentale, qualunque posizione giuridica essi abbiano». Necessaria anche una campagna informativa

di Redazione

La Lombardia ha prorogato l'accesso al servizio sanitario regionale per i figli di stranieri privi di permesso di soggiorno. C’è quindi la proroga di un anno al servizio sperimentale avviato nel 2013 a seguito dell’accoglimento di un ricorso da parte del Tribunale di Milano contro l’amministrazione regionale.

Anolf Cisl Milano, ASGI, Avvocati per Niente e NAGA, le associazioni che tre anni fa avevano promosso un'azione legale per ottenere questo accesso al servizio, sono comunque critiche le associazioni: «bene la proroga, ma serve una soluzione stabile. La salute per i bambini è un diritto fondamentale, non sperimentale, qualunque posizione giuridica essi abbiano». In assenza di proroga, la sperimentazione sarebbe cessata il 31 dicembre 2016, lasciando privi di tutela numerosi minori in Lombardia. La proroga, come già la sperimentazione, riguarda i minori fra gli 0 e i 14 anni: sono esclusi quindi i minori dai 15 ai 18 anni, che dovrebbero invece godere della stessa garanzia degli infra-quattordicenni nell'accesso al SSR.

Oltre a chiedere una decisione definitiva, che consenta stabilmente e definitivamente l'iscrizione dei minori al SSR, con facoltà di scelta del pediatra, le associazioni rilevano come la proroga risenta dei medesimi difetti già individuati tre anni fa. Innanzitutto non consente una vera e propria iscrizione ad un pediatra in maniera continuativa, come per gli altri minori, ma permette solo l'accesso a un pediatra a scelta volta per volta, con il rischio di far venir meno il principio di continuità della cura da parte di un medico che conosca la storia sanitaria del bambino. La Regione non ha mai fornito dati in ordine all'esito della sperimentazione, impedendo una verifica e non è mai stata realizzata una campagna informativa rivolta ai genitori privi di permesso di soggiorno, che per la loro condizione sono ovviamente poco propensi ad accedere ai servizi pubblici.

Le associazioni invitano pertanto la Regione ad aprire al più presto un dialogo con la società civile al fine di pervenire ad una scelta definitiva, come peraltro molte regioni hanno già fatto.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA