Sanità & Ricerca

Musica, la vitamina migliore

Dopo una fase di sperimentazione l’Ospedale Sant’Anna di Torino vara “Vitamine musicali”, un progetto messo a punto dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna. Si suona dal vivo nei reparti, con effetti straordinariamente positivi per pazienti e personale

di Redazione

All’Ospedale Sant’Anna, dell’Ospedale di Torino, arrivano le “Vitamine musicali”: un progetto di musica dal vivo, vera alleanza tra cultura e salute, immaginato per migliorare il tono emozionale delle pazienti, dei loro cari, e del personale. A promuoverlo è la Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus attraverso un progetto di rete con le istituzioni culturali musicali territoriali in collaborazione con Avo (Associazione Volontari Ospedalieri), Inner Wheel, Soroptimist International Club di Torino, Magica Torino e gli Amici della Filarmonica del Teatro Regio.
Un modello dunque esportabile e oggi completamente autofinanziato, che oggi è stato presentato a Torino, con un incontro al quale hanno preso parte tra gli altri Gianmaria Ajani, Rettore dell’Università degli studi di Torino, Gaston Fournier-Facio – Direttore Artistico del Teatro Regio, Antonella Parigi e Francesca Leon, rispettivamente Assessore alla Cultura della Regione Piemonte e della Città di Torino.

Il progetto è stato caratterizzato da un’ampia fase di sperimentazione che ha abbracciato diversi generi musicali e strumenti (musica classica, cantautoriale, soft jazz, canti a cappella): nel 2016, ogni settimana, per tre mesi consecutivi è arrivata musica nel Day Hospital Oncologico dell’Ospedale Sant’Anna, grazie alla generosità dei cantautori dell’Associazione Magica Torino, ai quali sono seguiti i Maestri della Filarmonica del Regio, il Conservatorio “Giuseppe Verdi”, Xenia Ensemble e l’Accademia di Santa Pelagia.

L’esperienza è stata poi estesa ad altri reparti – Maternità, sala di attesa del Day Surgery – è stata valutata “straordinaria ed esaltante” da personale e pazienti, secondo i commenti a caldo, le innumerevoli richieste di replica, le dichiarazioni spontanee scritte sul “libro del cuore” della Fondazione Medicina a Misura di Donna, con richieste di tanti di avere “musica di maggiore durata”. La valutazione a “caldo” è stata confermata dal focus group, con infermieri e medici esposti ogni giorno alla sofferenza, condotto dai ricercatori del professor Pier Luigi Sacco, Economista della Salute, che ha inserito il caso della Fondazione Medicina a Misura di Donna negli studi del Metalab dell’Università di Harvard in cui è senior researcher: «Un beneficio per le pazienti e per gli operatori sanitari, nel sistema delle relazioni».

Il neurologo Oliver Sacks in un celebre testo “Musicofilia” parlava della propensione degli individui a comunicare attraverso la musica. «La musica è una irruzione estetica in giornate cupe e contribuisce a riconfigurare i paesaggi mentali delle pazienti e del personale. Il gesto del dono, le vibrazioni emozionali dell’esecuzione dal vivo, novità assoluta per molte pazienti, lasciano un segno positivo. La musica ha un effetto benefico sul dolore psicologico che accompagna indissolubilmente quello fisico, sul senso di solitudine e l’incapacità di comunicare che affligge spesso chi soffre di gravi patologie, rendendo meno penosa la situazione clinica», afferma Catterina Seia, co-founder e vice presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna, ideatrice del progetto “Cultura & Salute” dell’Ente.

«Oggi esistono strumenti di ricerca che consentono di studiare gli effetti di diversi stimoli sensoriali su specifiche aree del cervello e sui meccanismi psiconeuroendocrini che influenzano la capacità di relazionarci con noi stessi e l’ambiente che ci circonda. Noi ci muoviamo su questi principi, cercando di umanizzare li luoghi di cura, secondo il desiderio delle pazienti e del personale», spiega Chiara Benedetto, presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna.


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