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Dall’assistenzialismo alle politiche attive: il nuovo paradigma del lavoro in Calabria

Federica Roccisano, assessore al Lavoro, Formazione professionale e Politiche Giovanili della Regione Calabria, scrive a Vita.it spiegando il piano di inclusione che mira ad «incrementare l'occupabilità di giovani, donne, soggetti vulnerabili come disabili e minoranze, disoccupati di lunga durata»

di Federica Roccisano

La Calabria è tra le Regioni con il più alto tasso di disoccupazione in Italia e in Europa. Sono tanti i giovani che sono andati via dalla Calabria in cerca di lavoro al Nord Italia e tanti sono quelli che sono rimasti ma che stanno ancora cercando. Allo stesso modo, diverse migliaia di persone sono rimaste per anni ingabbiate da logiche assistenziali dovute al perdurare di strumenti passivi quali contratti di precariato e gli ammortizzatori sociali in deroga.

In Calabria al 31 dicembre 2014 risultavano circa 27mila percettori di ammortizzatori sociali in deroga, molti dei quali usufruivano dello strumento da oltre 3 anni , alcuni anche da 8 anni, senza mai uscire dallo status. Quest'anno gli aggiornamenti in materia di lavoro dati dal Jobs Act e dal Decreto 83473 del 1 agosto 2014 firmato dal Ministro Poletti e che riforma il sistema degli ammortizzatori, hanno imposto un cambio di passo e proprio dalla Calabria è partito il nuovo paradigma: trasformare le politiche passive in politiche attive finalizzate alla creazione di concrete occasioni di lavoro. In questa direzione si inseriscono i bandi destinati ad enti pubblici ed enti privati che dovranno presentare progetti inclusivi a beneficio di questi lavoratori.

Allo stesso modo seguiranno questa direzione e questa metodologia gli ulteriori bandi che vedranno coinvolti il privato sociale, il terzo settore e le organizzazioni datoriali nella redazione di accordi territoriali per incrementare l'occupabilità di giovani, donne, soggetti vulnerabili come disabili e minoranze, disoccupati di lunga durata, cui è dedicato il piano di azione occupazione e inclusione della Regione Calabria, un piano che vede impegnati 280 milioni di euro e che si pone l'obiettivo di non lasciare indietro nessuno.


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