Cooperazione & Relazioni internazionali

Addio a Don Aldo Benevelli, il fondatore di Lvia

Scomparso a 93 anni, don Aldo, prete, combattente e pacifista nel 1966 diede vita all'Associazione Internazionale Volontari Laici che ha presieduto e diretto fino al 1996. Il ricordo dell'attuale presidente Ezio Elia

di Redazione

È la parola “grazie” quella che, insieme al dolore, esprimono i membri di Lvia – Associazione Internazionale Volontari Laici alla notizia della scomparsa, a 93 anni di don Aldo Benevelli che dell’organizzazione è stato il fondatore. Don Aldo è morto domenica 19 febbraio dopo una vita nella quale ha fatto moltissimo tenendo come punto di partenza la sua Cuneo, dove doveva essere uno degli ultimi fucilati dai nazisti se non fosse riuscito a fuggire quando già condannato dalla Gestapo.

Prete, partigiano, combattente e pacifista, nel 1966 diede vita alla Lvia: una novità per l’epoca, quando gli unici a svolgere azioni umanitarie in Africa erano i missionari. Lvia, infatti, è un’associazione ispirata ai valori del Vangelo e della Cristianità, per operare nel mondo in modo laico.

In questi 50 anni di esistenza dell’associazione, sono quasi 700 i volontari, donne e uomini che hanno operato con Lvia nei Paesi più poveri. Le attività realizzate non sono semplicemente “progetti” ma relazioni, condivisione di idee e risorse, impegno al nord e al sud per la costruzione di un mondo più giusto e di una cultura di pace e solidarietà.

Nel ricordare don Aldo Benevelli , il presidente Ezio Elia ricorda come l’associazione «nacque dal volontariato di alcuni giovani che cinquant’anni fa don Aldo seppe convogliare nella costruzione di una delle prime ong di area cattolica finalizzata alla solidarietà e cooperazione internazionale attraverso la realizzazione di concreti progetti di sviluppo. Una piccola ma solida risposta concreta come servizio di pace alla grande chiamata che proprio cinquant’anni fa fece Paolo VI con la Populorum Progressio».

«Per Lvia don Aldo non fu solo un ottimo aggregatore di persone e maieuta di tante vocazioni all’impegno e alla solidarietà, al dialogo tra culture e religioni, ma fu anche il presidente/direttore dell’Associazione dalla nascita fino al 1996, gestendo dunque in prima persona la quotidianità nelle piccole e grandi scelte», aggiunge Elia. «Seppe gestire il non facile passaggio di testimone ai successivi presidenti espressi dalla base associativa restando, con discrezione, a fianco di Lvia senza mai venir meno ad un prezioso ruolo di critica costruttiva, fino a poter consegnare, un anno fa, alla “sua” Lvia, il premio dell’Università della Pace (nella foto in apertura la cerimonia di premiazione)».

Il presidente sottolinea come Il motto scelto da don Aldo per l’anello dei volontari “Ut non perdam”, tratto dal cap. 6 del vangelo di Giovanni «sta a significare “Affinché nulla e nessuno vada perduto” in senso di profonda vicinanza con gli ultimi. Queste parole sono ormai incise sulle tessere dei nostri soci, scolpito nei nostri cuori e ci unisce ora nella comunione della preghiera e del ringraziamento. Con questo arrivederci ti assicuriamo, don Aldo, che il servizio di pace Lvia continuerà ad impegnarsi per produrre frutti di giustizia».


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