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Uk, l’impresa sociale alla prova della Brexit

Mentre il Regno Unito avvia ufficialmente il processo di uscita dall’Unione Europea, la società civile britannica si trova davanti ad un’altra sfida decisiva: la revisione del Social Value Act, il provvedimento che avrebbe dovuto inserire il valore sociale tra i criteri chiave nell’aggiudicazione degli appalti pubblici e che per molti non ha funzionato. Ecco perché dopo i conflitti sociali messi in luce dal referendum, una riforma del public procurement non è mai stata così urgente

di Ottavia Spaggiari

Doveva essere la legge faro per il terzo settore europeo, eppure il Social Value Act non ha avuto vita facile da quando è stato approvato nel 2012, con l’obiettivo di inserire il valore sociale tra i criteri chiave nell’aggiudicazione degli appalti pubblici in Gran Bretagna. Con un impatto troppo modesto, il provvedimento era stato rivisto in un primo momento nel 2015 e oggi, a due anni di distanza, il governo ha annunciato una nuova revisione. Una decisione che, secondo Peter Holbrook, amministratore delegato di Social Enterprise UK, organizzazione che ha lavorato insieme al parlamento per la stesura del Social Value Act, ha molto a che vedere con la Brexit.

“Il contesto in cui ci muoviamo è cambiato molto dall’ultima revisione. Abbiamo un nuovo governo che è particolarmente sensibile allo sviluppo di una crescita inclusiva.” Ha spiegato Holbrook. “La Brexit ha dimostrato che c’è una forte divisione nel Regno Unito. In molti non hanno beneficiato del progresso e della crescita degli ultimi anni e in questo panorama, dove i conflitti sociali sono emersi così chiaramente, i parametri secondo i quali si sceglie di spendere il denaro pubblico diventano uno specchio del paradigma economico che intendiamo adottare per ridurre il divario sociale.”

Proprio la scorsa notte il Primo ministro britannico, Theresa May, ha firmato la lettera con la richiesta formale di lasciare l’Unione Europea, che oggi sarà consegnata al presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk e darà così il via al processo di uscita dall’UE. E l’esito del referendum, come aveva affermato, suo malgrado anche Elizabeth Chamberlain, del National Council of Voluntary Organisations, in un’intervista a Vita.it, lo scorso giugno, ha segnato un grosso fallimento per i valori della società civile, costringendo le organizzazioni a ripensare sé stesse.

“La Brexit ci ha ricordato che la crescita economica ancora oggi offre benefici solo ad una parte della popolazione. Credo che questo sia un momento perfetto per una riflessione sul public procurement, per capire come indirizzarlo in modo che valorizzi anche altri elementi, oltre alla qualità e al prezzo più vantaggioso.”

E se ormai gli ingranaggi del motore che porterà il Regno Unito a lasciare l’UE sono avviati in maniera ormai irreversibile, la società civile made in UK si trova costretta a ripensare sé stessa e la revisione del Social Value Act potrebbe essere una nuova prova decisiva. “Fino ad oggi il Social Value Act ha semplicemente invitato le pubbliche amministrazioni a considerare il valore sociale negli appalti pubblici e noi vogliamo capire se sia possibile trasformare quello che oggi è solo in un uno dei fattori determinanti nell’aggiudicazione di un appalto.” Ha affermato Holbrook. “Che si tratti di considerare la creazione di nuove opportunità di lavoro o la sostenibilità, andare verso un sistema in cui la spesa pubblica valorizza un comportamento etico e socialmente responsabile, ormai è imprescindibile.”

Foto: Christopher Furlong – WPA Pool/Getty Images


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