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Perché noi, disabili, con Pif e Jovanotti non c’eravamo

Anffas non ha partecipato alla Marcia per la dignità che ieri a Palermo ha portato in piazza le richieste delle persone con disabilità della Regione Sicilia. «Anche noi in passato ci siamo incatenati in piazza, ma nessuno è stato al nostro fianco: forse perché con noi non c’erano attori o forse perché abbiamo chiesto diritti», afferma il presidente. «Ora il rimedio trovato sulla spinta emotiva è peggiore del male: interventi confusi, di emergenza, limitati alla “disabilità gravissima”. Una “guerra tra poveri” con provvedimenti discriminatori».

di Sara De Carli

C’erano Pif, l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, Jovanotti (anche se non in presenza). La "marcia per la dignità" indetta dal comitato #SiamoHandicappatiNoCretini di ieri a Palermo, a due mesi da quando Pif urlò in faccia a Crocetta quel “dimettiti” diventato virale, questa mattina ha conquistato anche la prima pagina del Corriere della Sera. Fra tanti che c’erano, non c’era invece Anffas Sicilia, che pure proprio su Vita.it nelle settimane scorse aveva denunciato l’abbandono da parte delle istituzioni e come la Regione Sicilia non abbia utilizzato i più di 500 milioni che ha in cassa per le persone con disabilità.

«Nonostante la Convenzione Onu sia operativa da oltre un decennio, solo da poche settimane i vertici della Regione Sicilia si sono accorti che in Sicilia i diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari sono rimasti solo sulla carta. Oggi bisogna dire grazie a coloro che sono riusciti ad accendere i riflettori sul “caso” della “disabilità siciliana”, ma ciò è il chiaro segno di un sistema patologico che solo i mass-media, evidentemente, riescono a smuovere», premette Giuseppe Giardina, papà di una persona con disabilità e presidente di Anffas Sicilia. Però lui ieri non era in piazza. Perché? «Anffas Sicilia contesta questo modo di agire. Lotte e proposte vanno costruiti in luoghi stabili di consultazione e partecipazione attiva nei processi decisionali. Le politiche di welfare non possono essere oggetto di interventi “emergenziali” o frutto di spinte emotive o della trasmissione di turno».

«Il nostro timore – aggiunge Giardina – è che i riflettori, che oggi sembrano essersi accesi su queste tematiche, tornino a spegnersi. Come spenti sono stati in questi anni per le tante iniziative portate avanti da Anffas in Sicilia: forse perché al nostro fianco non c’erano attori, showman o cantanti. O forse perché abbiamo chiesto diritti, un termine che sembra essere sconosciuto in Sicilia e che pare addirittura produrre forti reazioni allergiche nella nostra classe politica e burocratica». Eppure anche Anffas è scesa in piazza: gli studenti con disabilità ad esempio si sono incatenati per ben tre volte in meno di due anni, in difesa del diritto allo studio, ma nessuno è stato accanto a loro. «Adesso che finalmente le luci dei riflettori si sono accese, scatenando l’indignazione generale della società civile, ora che la disabilità sembra al primo posto nell’agenda di governo della politica siciliana, il rimedio è peggiore del male: solo interventi confusi e di emergenza e limitati alla cosiddetta “disabilità gravissima”, con parametri e procedure assurde e contraddittorie. E tutte le altre persone con disabilità? Il Presidente Crocetta rischia così di scatenare una “guerra tra poveri” che sarebbe ancor più grave rispetto alla totale indifferenza che ha fino ad oggi dimostrato su questo tema. Valuteremo se tali provvedimenti hanno profili di illegittimità e se sono addirittura discriminatori e in tal caso, chiederemo alla magistratura di annullarli». Anffas Sicilia «ritiene che sia arrivato il momento di passare dalla protesta alla proposta e che, per farlo, occorra unire all’emotività i contenuti».

Foto dalla pagina Facebook di #SiamoHandicappatiNoCretini


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