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Maria e Dante, gli anziani curati dalla comunità

Nel territorio del Verbano Cusio Ossola, un sistema di assistenza di prossimità aiuta gli anziani soli a fare affidamento sulla comunità

di Redazione

Sono quotidianità fatte di solitudini e lunghi silenzi, a volte difficili da sopportare, quelle delle persone aiutate da La Cura è di Casa, il progetto sostenuto dal bando “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo che, nel territorio del Verbano Cusio Ossola, sta raggiungendo i primi 100 anziani, con l’obiettivo di farli sentire meno soli ed offrire un servizio di assistenza nella vita di tutti i giorni. “I nostri anziani sono mediamente persone over 75 e over 80”, spiega Claudia Ratti de La cura è di casa. “Spesso sono soli, vedovi e vedove che necessitano di interventi di monitoraggio e prevenzione, di assistenza fisioterapica e infermieristica e ancora di accompagnamenti, supporto nelle faccende quotidiane e compagnia.”

Un esempio tra tutti è quello di Maria, una signora ultraottantenne che vive sola, in una casa piena di ricordi: alle pareti le foto dei figli e dei nipoti che oggi vivono lontano dal paese, lasciato per trovare nuove opportunità lavorative. Come molti coetanei, Maria ha la famiglia a molti chilometri di distanza e per le faccende domestiche si affida ad una signora che l’aiuta qualche giorno a settimana. Eppure con la pensione come unica entrata, Maria fatica ad affrontare le spese quotidiane e non può avere accesso all’assistenza costante di cui avrebbe bisogno, per questo l’intervento della care planner, previsto dal progetto, ha un ruolo così prezioso per garantirle la possibilità di continuare a vivere a casa propria. Basterebbe infatti solo una caduta per costringerla a perdere l’autonomia e a trasferirsi in una struttura.

Dallo scorso dicembre un’operatrice sanitaria visita Maria ogni lunedì, la aiuta fare il bagno, si accerta che abbia tutto ciò che le serve, monitora la sua salute, provandole la pressione e controllando gli altri parametri e fa la cosa più importante: la ascolta. Grazie all’operatrice, Maria ha scoperto di soffrire di pressione alta, un problema che oggi riesce a tenere monitorato grazie ad una terapia ad hoc e a visite di controllo, a cui è accompagnata dai volontari di una delle associazioni attive nel territorio. Il sistema di sostegno e assistenza sviluppato da La cura è di casa, dopotutto, serve proprio a questo: rendere più attenta e sensibile la comunità in cui si vive, attivando risorse che sono già presenti sul territorio, offrendo così un sostegno sicuro agli anziani soli, come il signor Dante che, a 83 anni, vive ancora nel paesino di montagna in cui è cresciuto.

I figli si occupano di lui, rimasto vedovo da qualche anno, ma, presi dagli impegni di ogni giorno, a volte non riescono a dedicare al padre tutte le attenzioni di cui avrebbe bisogno e la solitudine ogni tanto diventa difficile da sopportare. “Non ho perso solo una moglie, ho perso un tesoro…” racconta, ricordando i viaggi fatti insieme, le feste di paese e le lunghe partite a carte, giocate fino a tarda notte.

La visita della care planner per Dante non è solo un momento di assistenza sanitaria ma una vera e propria occasione di scambio interpersonale. L’operatrice controlla le medicine, prova la pressione, ma soprattutto si ferma per un caffè e una chiacchierata. Lo stesso fanno i due volontari di una delle associazioni locali. Da qualche mese passano a trovare Dante due volte a settimana, gli portano la spesa, lo accompagnano a fare una passeggiata fino alla fontana, nella piazza del paese e lo fanno sentire parte di una comunità che non lascia indietro nessuno. Perché, come spiega Claudia Ratti, “a volte ciò che fa davvero la differenza nella vita di una persona è la consapevolezza di non essere soli”.

Foto: Chiawei Lin


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